Testimonianze

Pre-Sinodo giovani: Markas (Australia), “i giovani si sentono distanti dalla Chiesa”

“Sono state le storie della mia famiglia e della mia comunità religiosa ad avermi trasfuso l’empatia che mi ha permesso di capire e di avvicinarmi alle altre comunità presenti in Australia, soprattutto quella indigena. La cultura indigena è parte fondante di molte comunità della regione Oceanica. In Australia 650mila persone si definiscono indigene. Il popolo indigeno Maori rappresenta il 15% della popolazione, mentre la Papua Nuova Guinea da sola conta il più alto numero di culture indigene, con oltre 700 comunità e 5 milioni di persone. Sin dall’arrivo degli europei nella regione, la vita e la storia dei popoli indigeni sono state storie di traumi e di avversità. Occorre riconoscere e rettificare i gravi errori del passato e quelli del presente commessi in Australia, in Nuova Zelanda, e in tutti gli altri Paesi”. Lo ha affermato Angela Markas, delegata per l’Oceania dall’Australia, durante la testimonianza che ha portato questa mattina al pre-Sinodo in Vaticano (fino al 24 marzo). Appartenente a una parrocchia caldea e figlia di genitori iracheni, Markas ha detto che “siamo figli della speranza”: “La nostra Chiesa si erge sulle fondamenta della nostra speranza. Sento il dovere di fare la seguente domanda: come possiamo essere veri cristiani se non siamo presenti e non ci impegniamo per infondere speranza e dignità nella vita delle persone?”. “Come giovani, sentiamo il bisogno di qualcuno che ci guidi. Nei contatti con i miei amici, con i giovani a cui faccio da tutor, e con la mia famiglia, sento che i giovani sono poco inclini a cercare la guida di cui sentono bisogno dentro la Chiesa. Ci sono molte ragioni, ma uno dei motivi principali è che i giovani si sentono distanti dalla Chiesa. Questo può essere dovuto al fatto che si sentono lontani da un clero anziano, non accolti a causa della diversità delle loro idee e opinioni, o perché ritengono di non essere ascoltati né avvicinati con amore ed empatia. Non sempre i giovani sentono di avere un posto nella Chiesa. Desiderano trovare un luogo dove sentirsi al sicuro, accolti ed amati. Solo allora potranno volgere lo sguardo verso sé stessi e riflettere da soli su queste domande che ancora non trovano risposta”, ha concluso la delegata.