Economia
Le vendite di prodotti agroalimentare negli Stati Uniti hanno raggiunto la cifra di 4 miliardi di euro nel 2017 (+5% rispetto al 2016). Lo ha calcolato l’Ufficio internazionalizzazione e mercati di Confcooperative su dati Istat e Ismea. È partendo da questo dato che Confcooperative ha organizzato una tre giorni di incontri d’affari a Milano con 16 buyer statunitensi tra importatori e distributori selezionati dall’Ufficio dell’Agenzia Ice di New York; tra questi i rappresentanti di catene come Fairway Market, Atlanta Improvement Company e Eat Prime Foods. Nei tre giorni, a partire da oggi, sono previsti oltre 200 incontri tra 45 cooperative che provengono da 14 Regioni d’Italia e che sono in prima fila nelle filiere del vino, dei formaggi, delle carni e dell’ortofrutta. Previsti anche specifici momenti di approfondimento e visite aziendali agli impianti produttivi. Dall’altra parte, le cooperative avranno modo di conoscere gli ultimi andamenti del consumo Usa ed i nuovi possibili scenari che potrebbero verificarsi nel caso di una crescita della politica protezionista del presidente Donald Trump. Affrontato anche il tema degli strumenti finanziari che le banche di credito cooperativo sono in grado di offrire alle cooperative che operano nei mercati esteri.
Circa la strutture delle vendite in Usa, Confcooperative ha precisato che il 35% dell’export arriva dal settore vitivinicolo (1,4 miliardi di euro), il 13% dall’olio d’oliva (530 milioni), il 7% da formaggi e latticini (290 milioni di euro), il 7% dalla pasta (273 milioni di euro) e dal 6% dall’ortofrutta trasformata (206 milioni di euro). Nel periodo compreso tra il 2014 ed il 2017 l’incremento delle vendite è stato di circa 1 miliardo di euro (+33%), pari al 10% del valore delle esportazioni agroalimentari complessive al 2017.