Politica

Messico: i vescovi in vista delle elezioni, “cercare il bene possibile”. “È tempo di una nuova partecipazione per i cattolici”

Cercare il “bene possibile” e non il male minore. E dare vita, come cattolici, ad una nuova stagione di impegno per la vita pubblica, assieme agli uomini di buona volontà, dentro un invito complessivo ad una maggiore partecipazione. Sono alcune delle priorità che la Conferenza episcopale messicana (Cem) indica nel messaggio intitolato “Partecipare per trasformare”, dedicato alla campagna elettorale per le elezioni del prossimo 1° luglio, in occasione delle quali sarà eletto il nuovo presidente della Repubblica e saranno rinnovati il Parlamento federale, nove governatori, numerosi deputati locali e più di 1.000 sindaci. In tutto la tornata riguarderà più di 3mila incarichi elettivi. In tale contesto il messaggio – firmato dal presidente della Cem, il card. José Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara, e dal segretario generale, mons. Alfonso Gerardo Miranda Guardiola, vescovo ausiliare di Monterrey – sottolinea che “partecipare alla vita civica e politica delle nostre comunità è un obbligo per i cittadini e per i cristiani che non possiamo né dobbiamo venire meno”.
L’episcopato messicano fa notare che nell’attuale contesto possono esistere diverse opzioni possibili, rispetto alle quali è centrale la libertà di coscienza. Ma al tempo stesso, in vista di un “discernimento critico”, i vescovi rivolgono ai cristiani e agli uomini di buona volontà alcuni espliciti inviti, come quello della partecipazione civica e della preghiera per il Paese. Ancora, risalta l’invito a “cercare il bene possibile”, evitando a tutti i costi di “scegliere in base al male minore”, principio quest’ultimo applicabile solo quando il male in gioco è di ordine fisico e non morale. È al bene possibile, dunque, che si deve guardare in contesti complessi e imperfetti.
L’altro invito è quello di scegliere con un accurato discernimento le persone attente al bene comune, presenti nelle varie liste, senza dare il proprio consenso in modo non meditato o addirittura in seguito a una compravendita di voti. L’altro punto sul quale insistono i vescovi è che i cittadini partecipino alla vita pubblica, se si vuole lavorare per la giustizia, la fraternità e la pace: “Il voto dei messicani deve produrre governanti e autorità responsabili e generare un’opinione pubblica critica”.
Infatti, ricorda il messaggio, “solo la presenza partecipativa, costante e solidale alla vita del nostro Paese potrà sconfiggere gradualmente la violenza e la corruzione, l’impunità e il madrinaggio. È tempo che noi cattolici, insieme a tutti gli uomini e donne di buona volontà, lavoriamo in modo impegnato per un Messico più prospero e pacifico, più solidale e partecipativo, più attento al volto dei più poveri e meno complice di coloro che li dimenticano, li strumentalizzano o il marginalizzano”.