Omelia
“La chiave della nostra salvezza, la chiave della nostra pazienza nel cammino della vita, la chiave per superare i nostri deserti: guardare il crocifisso. Guardare Cristo crocifisso”. È questa l’indicazione fornita questa mattina da Papa Francesco nell’omelia della Messa celebrata a Casa Santa Marta. Secondo quanto riferisce Vatican News, il Papa ha iniziato la sua riflessione commentando la Prima Lettura odierna nella quale si narra della desolazione vissuta dal popolo di Israele nel deserto e dell’episodio dei serpenti. E riferendosi alla “memoria ammalata” di chi aveva nostalgia di ciò che mangiava nel periodo della schiavitù in Egitto, il Papa ha osservato che “queste sono le illusioni che porta il diavolo: ti fa vedere il bello di una cosa che hai lasciato, dalla quale ti sei convertito nel momento della desolazione del cammino, quando tu ancora non sei arrivato alla promessa del Signore”. “È un po’ il cammino così della Quaresima”, ha osservato, rilevando che “possiamo pensare così; o concepire la vita come una Quaresima: sempre ci sono le prove e le consolazioni del Signore, c’è la manna, c’è l’acqua, ci sono gli uccelli che ci danno da mangiare… ma quel pasto era più buono”. “Ma non dimenticarti che lo mangiavi a tavola della schiavitù!”, ha ammonito. Ma la cosa peggiore, per il Papa, è che il popolo ha sparlato di Dio e “sparlare di Dio è avvelenarsi l’anima”. Forse uno pensa che Dio non lo aiuti o che ci sono tante prove. Sente “il cuore depresso, avvelenato”. Richiamando quanto fece Mosè, che su invito del Signore, fa un serpente di bronzo e lo mette sopra un’asta – un serpente che “era profetico: era la figura di Cristo sulla croce” – il Papa ha invitato a guardare il Crocifisso. “Cosa devo fare, Padre?”. “Guardalo. Guarda le piaghe. Entra nelle piaghe”. “Per quelle piaghe noi siamo stati guariti. Ti senti avvelenato, ti senti triste, ti senti che la tua vita non va, è piena di difficoltà e anche di malattia? Guarda lì”. Nei momenti difficili, l’invito è a guardare “il crocifisso brutto, cioè il reale” perché “gli artisti hanno fatto crocifissi belli, artistici”, alcuni d’oro e di pietre preziose. E questo – nota – “non sempre è mondanità” perché vuole significare “la gloria della croce, la gloria della Resurrezione”. “Ma quando tu ti senti così, guarda questo: prima della gloria”, ha sottolineato Francesco. Il Papa ha poi ricordato quando da bambino andava con la nonna alla processione del Venerdì Santo e si inginocchiava davanti al Cristo giacente, di marmo, di dimensioni naturali. E poi al sabato mattina, secondo la liturgia dell’epoca, la nonna quando si sentivano le campane della Resurrezione, faceva lavare gli occhi con acqua, per vedere la gloria di Cristo. “Insegnate ai vostri bambini a guardare il crocifisso e la gloria di Cristo. Ma noi, nei momenti brutti, nei momenti difficili, avvelenati un po’ dall’aver detto nel nostro cuore qualche delusione contro Dio, guardiamo le piaghe”, l’invito del Papa. “Cristo innalzato come il serpente: perché lui si è fatto serpente, si è annientato tutto per vincere ‘il’ serpente maligno. Che la Parola di Dio oggi ci insegni questo cammino: guardare il crocifisso. Soprattutto nel momento nel quale, come il popolo di Dio, ci stanchiamo del viaggio della vita”.