Prostituzione forzata
In Nigeria, a Benin city, nell’Edo State, è accaduto un fatto storico che potrebbe liberare molte ragazze vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale: l’Oba (“re”) Ewuare II, ossia la massima autorità religiosa del popolo Edo (che vive in Nigeria e nella zona del delta del Niger), ha convocato nei giorni scorsi tutti i preti della religione tradizionale juju. In una cerimonia solenne ha formulato un editto in cui revoca tutti i riti di giuramento che vincolano con maledizioni terribili le ragazze trafficate, obbligando i preti juju a non praticarne più. In sostanza migliaia di ragazze nigeriane (il 90% vengono dall’Edo State) costrette a prostituirsi sulle strade italiane ed europee per ripagare il debito contratto con i trafficanti (tra i 20 e i 40 mila euro), potrebbero avere meno paura di denunciare i loro aguzzini e riuscire così a liberarsi dalla condizione di schiavitù. L’accordo obbliga la ragazza a non tradire mai il trafficante, altrimenti andrà incontro a morte o pazzia. “Questa cerimonia è un fatto di portata storica, che può avere implicazioni enorme. Potrebbe incrementare il numero di denunce contro i trafficanti ed aiutarle a liberarsi”, spiega al Sir da Benin city Francesca De Massi, responsabile di una casa-rifugio della cooperativa Befree contro la tratta, la violenza e la discriminazione. Ewuare II è una figura molto autorevole e rispettata. E’ stato infatti ambasciatore della Nigeria in Angola, Svezia e Italia e ha lavorato alle Nazioni Unite. Fin dal suo insediamento nel 2016 ha collaborato con il governatore dell’Edo State e con l’agenzia locale contro la tratta di persone. “La sua presa di posizione è importantissima – afferma De Massi -. Sono molto ottimista sugli effetti di questa cerimonia”. Da quel giorno riceve continue telefonate dall’Italia: “Le ragazze mi chiedono se è vero, sono felicissime, stanno festeggiando”. Negli anni, a causa della crescente domanda da parte di clienti italiani, le cifre della tratta di ragazze nigeriane sono esplose: “Dal 2014 ad oggi c’è stato un incremento del 600% – ricorda -. Nel 2016 ne sono arrivate 11.000”. Anche secondo suor Gabriella Bottani, coordinatrice della rete delle religiose anti-tratta Talitha kum “la condanna dell’Oba di Benin city può provocare un cambiamento positivo”