Comunione
“Allungare po’ quel momento di silenzio parlando con Gesù nel cuore ci aiuta tanto, come pure un salmo o un inno di lode, che ci aiuta ad essere col Signore”. Così il Papa ha commentato a braccio il momento della preghiera silenziosa che segue la Comunione. “La Chiesa desidera vivamente che anche i fedeli ricevano il Corpo del Signore con ostie consacrate nella stessa Messa”, ha spiegato Francesco, “e il segno del banchetto eucaristico si esprime con maggior pienezza se la santa Comunione viene fatta sotto le due specie, pur sapendo che la dottrina cattolica insegna che sotto una sola specie si riceve il Cristo tutto intero. Secondo la prassi ecclesiale, il fedele si accosta normalmente all’Eucaristia in forma processionale e si comunica in piedi con devozione, oppure in ginocchio, come stabilito dalla Conferenza episcopale, ricevendo il sacramento in bocca o, dove è permesso, sulla mano, come preferisce. Dopo la Comunione, a custodire in cuore il dono ricevuto ci aiuta la preghiera silenziosa”. Nell’orazione dopo la Comunione, con cui si conclude la liturgia eucaristica, “a nome di tutti, il sacerdote si rivolge a Dio per ringraziarlo di averci resi suoi commensali e chiedere che quanto ricevuto trasformi la nostra vita”. “L’Eucaristia ci fa forti per dare frutti, fiori di buone opere e per vivere come cristiani”, ha concluso il Papa a braccio: “È significativa l’orazione di oggi, in cui chiediamo al Signore che la partecipazione al suo sacramento sia per noi medicina di salvezza, ci guarisca dal male e ci confermi nella sua amicizia”. “Accostiamoci all’Eucaristia, a ricevere Gesù che ci trasforma in lui, ci fa più forti: è tanto buono e tanto grande il Signore!”, la conclusione ancora una volta fuori testo.