Consiglio permanente
“C’è inverno nella disaffezione profonda e diffusa che investe l’inadeguatezza della politica tradizionale, rispetto alla quale ha avuto buon gioco una nuova forma di protagonismo e di consenso dal basso, attivo e diffuso, anche se non è ancora prova di autentica partecipazione democratica”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che nelle conclusioni del Consiglio permanente della Cei, è partito dal calendario, secondo il quale “oggi la inizia la primavera”, per affermare che “in realtà, siamo alle prese con la coda di un inverno – non solo meteorologico – che potrebbe farci dubitare della buona stagione”. “I segni dell’inverno parlano nella paura del futuro”, il primo sintomo non incoraggiante citato dal presidente della Cei: “paura legata al tasso di disoccupazione dei giovani, al livello di impoverimento delle famiglie, al senso di abbandono che umilia le periferie”. Per Bassetti, inoltre, “l’inverno si esprime nella paura del diverso: una paura che spesso trova nell’immigrato il suo capro espiatorio. In realtà, questa paura è spesso indice di insicurezze e chiusure su cui rischia di attecchire una forma di involuzione del principio di nazionalità”. L’inverno, poi, “si acutizza in un disagio che alla lunga diventa risentimento, litigiosità, rabbia sociale”. “Spira un vento gelido”, ancora “nella violenza intollerabile che si scatena sistematicamente sulle donne, vento di ignoranza, immaturità e presunzione di possesso”.