#Cinematografiamo

Cinema: Fanchi (Università Cattolica), “il digitale non uccide le sale”. Dai Millenials un nuovo slancio

“Uno dei primi luoghi comuni da sfatare è che il processo di digitalizzazione abbia creato un ambiente nocivo al cinema e il secondo è che la generazione dei Millenials (18-34 anni, ndr) e quella successiva segnerà la fine delle sale. Tutt’altro!”. Ad affermarlo questo pomeriggio a Milano, nel corso dell’incontro “Cinematografiamo”, all’interno del Palazzo arvicescovile, è stata Mariagrazia Fanchi, direttrice di Almed, Alta Scuola in media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. A dimostrarlo un “contest” che la stessa Università ha lanciato tra i suoi studenti con l’invito a condividere sui social quale fosse il loro legame con il cinema, usando l’hashtag #Cinematografiamo. “Dove c’è cultura cinematografica, cresce la fruizione di film attraverso tutti i canali perché si può fare esperienza del cinema in tanti modi e non c’è cannibalismo tra piattaforme digitali e sale. Bisogna però aiutare i giovani a capire come le esperienze siano diverse e come la fruizione comunitaria abbia un valore”. Un ruolo fondamentale in questo percorso spetta alle Istituzioni. “Una tendenza emersa in diversi Paesi europei – conclude Fanchi – dimostra come il consumo di cinema non decresce quando ci sono mediazioni istituzionali soprattutto da parte di scuola e famiglia”. La passione degli italiani per “le pellicole” è stata sottolineata, durante l’incontro, anche da Gianluca Guzzo, fondatore e amministratore delegato di Mymovies che ha ricordato come la piattaforma da lui creata nel 2000 conti oggi “circa 800 mila utenti unici al giorno”. “La vera sfida per le sale non è rappresentata dai prodotti che escono in altri formati – ha concluso Guzzo – ma da una nuova generazione di prodotti come home video, serie e film, prodotti esclusivamente per le piattaforme digitali”.