Verso il Sinodo

Giovani: Enzo Bianchi, “sono un pezzo di Chiesa che manca”

“Non basta ascoltare i giovani e definirli il ‘futuro della Chiesa’ o le ‘sentinelle dell’avvenire’. Occorre considerarli e sentirli non come una categoria teologica o come un’entità esterna, bensì come una componente della Chiesa di oggi, attori e protagonisti già ora”. Lo scrive Enzo Bianchi, fondatore della Comunità monastica di Bose, nell’articolo pubblicato sul numero di aprile di “Vita Pastorale”, anticipato al Sir. “Occorre pensarli nel ‘noi’ della Chiesa. E stare anche attenti quando, nel linguaggio comune, si usano locuzioni come ‘la Chiesa e i giovani’, ‘la Chiesa parla ai giovani’. Semmai, ‘i giovani sono un pezzo di Chiesa che manca’”, aggiunge citando don Armando Matteo. Facendo riferimento al documento preparatorio al prossimo Sinodo, Enzo Bianchi spiega che il testo invita “i giovani a ‘essere protagonisti’ e ‘capaci di creare nuove opportunità’, indicando così a tutta la Chiesa vie di evangelizzazione e stili di vita nuovi”. “Solo un ascolto reciproco, un confronto, un dialogo tra tutte le componenti del popolo di Dio – aggiunge – possono innescare un processo di ‘inclusività’ delle nuove generazioni nella Chiesa”. Il fondatore della Comunità di Bose indica anche “la sfida del prossimo Sinodo”, “non a caso preparato, per volontà di Francesco, da incontri di giovani messi in condizione di prendere la parola e di sentirsi partecipi di quella ‘conversione’ che il Papa chiede a tutta la Chiesa”: “Questo ascoltarli oggi, nel loro presente, è la condizione indispensabile per passare da una pastorale ‘per i giovani’ a una pastorale ‘con i giovani’”. Secondo Bianchi, “è tramontato il tempo di chiamare a raduno i giovani e aspettare che siano loro a venire: occorre uscire, andare dove loro sono, dove abitano”. “I giovani hanno sete di incontri personali, di dialoghi faccia a faccia – conclude –, soprattutto in un contesto sociale dominato dal virtuale. Essi domandano di essere ‘riconosciuti’, ciascuno nella propria individualità, ciascuno lungo il proprio cammino di ricerca di senso e di pienezza di vita”.