Situazioni di male

Pre-Sinodo giovani: Via Crucis, violenza donne, sfruttamento minori, separazione genitori, mancanza lavoro

“Cerco di spiegare alle bambine che ci sono leggi che proteggono la nostra salute e che la mutilazione genitale non è un destino ineluttabile”. A parlare è Nice, oggi 25 anni, in passato piccola guerriera Masai orfana e fuggita dal suo villaggio per scampare alla brutale prativa ritenuta inesorabile dalla sua comunità. Teatro della sua testimonianza la basilica di San Giovanni in Laterano dove è in corso la Via Crucis dei giovani della riunione pre-sinodale, che abbina ogni stazione ad una particolare situazione di male denunciata da chi l’ha vissuta. Nice, all’ottava stazione, parla, appunto, di violenza sulle donne. Lo sfruttamento minorile è invece il male denunciato alla nona stazione da Masal, sedicenne profugo afghano verso la Svezia, nel quale è ancora viva la paura del passaggio in gommone dalla Turchia alla Grecia. “La rabbia di questa ferita mi rubò l’identità di figlia di Dio, ero delusa da ciò che era accaduto e dalle sofferenze che pativo”, dice Carolina, 22 anni, raccontando il dolore per la separazione dei genitori (decima stazione) avvenuta tre anni fa, l’allontanamento da Dio e il ritorno. Sono le parole di Papa Francesco, il 27 maggio 2017 a Genova, a dare inoltre voce alla “mancanza di lavoro”, situazione di male abbinata all’undicesima stazione: “Lavorando noi diventiamo più persona, la nostra umanità fiorisce, i giovani diventano adulti soltanto lavorando”.