Meditazioni

Via Crucis al Colosseo: i giovani riflettono sulle sofferenze dei migranti e sulla loro vita nei sentieri digitali

Gesù spogliato delle vesti è come “un giovane migrante, corpo distrutto che arriva in una terra troppo spesso crudele, pronta a togliergli la veste, unico suo bene, e a venderla; a lasciarlo così con la sua sola croce, come la tua, con la sua sola pelle martoriata, come la tua, con i suoi soli occhi grandi di dolore, come i tuoi”. Lo scrivono gli studenti del liceo classico di Roma “Albertelli” nelle meditazioni per la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo, affidate loro da Papa Francesco. Nei testi delle quattordici stazioni, presentati da VaticanNews, i giovani autori, coordinati dal professor Andrea Monda, affrontano anche le sofferenze dei migranti e la vita nell’era di internet. “C’è qualcosa che gli uomini spesso dimenticano riguardo alla dignità – spiega Greta Giglio, autrice della decima stazione –. Essa si trova sotto la tua pelle, è parte di te e sarà sempre con te, e ancor di più in questo momento, in questa nudità”. Altro tema presente nelle meditazioni della Via Crucis, la vita quotidiana dei giovani che si intreccia con il web. Cristo ha avuto “la forza di sopportare il peso di una croce, di non essere creduto, di essere condannato” per le sue “parole scomode”. “Oggi non riusciamo a digerire una critica, come se ogni parola fosse pronunciata per ferirci”, osserva Greta Sandri, che ha commentato l’undicesima stazione. Gesù inchiodato alla croce non si è fermato “neanche di fronte alla morte”. “Oggi, nel mondo di internet, siamo così condizionati da tutto ciò che circola in rete che a volte dubito anche delle mie parole – afferma l’autrice della meditazione –. Ma le tue parole sono diverse, sono forti nella tua debolezza”. “Mi guardo intorno e vedo occhi fissi sullo schermo del telefono, impegnati sui social network a inchiodare ogni errore degli altri senza possibilità di perdono”.