Balcani
Il cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo, ha presieduto a Macelj (Croazia) la celebrazione eucaristica in ricordo delle vittime del regime comunista. “Bisogna trovare tutte le tombe per sapere che cosa è successo in realtà e se qualcuno oggi ostacola le ricerche, forse è compartecipe al crimine”, ha detto, rilevando che per lui “è dovere civico e religioso essere presente nel luogo che 73 anni fa ha visto un gran numero di morti”. In maggio e giugno del 1945 nella foresta di Macelj ci fu un’esecuzione di massa nei confronti dei soldati ustascia da parte dei partigiani. Finora sono stati riesumati i resti di 1163 corpi da 23 fosse, ci sono altre 130 probabili fosse da esplorare. Tra le vittime figurano anche 21 sacerdoti cattolici, ammazzati nella notte tra il 4 e il 5 giugno.
“Oggi non siamo qui per risvegliare l’odio ma per dare testimonianza alla verità che sapremo interamente solo quando saranno esplorate tutte le tombe”, ha aggiunto il cardinale Puljic. A suo avviso, “non ci sarà la riconciliazione affinché ogni cosa non sarà chiamata col proprio nome”. “Non è compito della Chiesa indagare sui crimini e ricercare le tombe ma è suo dovere dire la verità. Siamo venuti per cercare consolazione nella nostra vita ma anche coraggio per affrontare i problemi”, ha concluso l’arcivescovo di Sarajevo.