Patrimonio

Beni culturali ecclesiastici: don Pennasso (Cei), gestione richiede “conoscenza e lavoro integrato”. “Eredità che riattiva comunità e relazioni di rete”

“Condividiamo questa attenzione alla cura perché è la passione alla Chiesa che ci spinge”. Esordisce così don Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Cei, nel suo breve intervento all’odierna Giornata nazionale Bce “Dalla conoscenza alla progettazione per la gestione del patrimonio”. “La conoscenza – afferma – è il primo ineludibile passaggio: per questo censimento e catalogazione sono essenziali. Dobbiamo ‘sapere’ per poter gestire il patrimonio in funzione del bene”. Di qui l’importanza della “collaborazione per l’uniformità degli approcci”. Insieme al patrimonio naturale “vi è un patrimonio storico, artistico, culturale, architettonico – osserva -. Il Papa ci invita a salvaguardare l’identità originale e originaria della nostra comunità. Se nelle diocesi in un progetto pastorale utilizzassimo anche il patrimonio culturale probabilmente lo metteremmo meglio a valore”. La valorizzazione del patrimonio, prosegue il direttore dell’Ufficio Cei, “è determinata dall’uso che se ne fa per il culto”. Esso può essere inoltre “vissuto come eredità che riattiva le comunità: qualcosa che ricevo e trasmetto attraverso relazioni di rete”. E ancora: “Per una vera pastorale integrata, all’interno della diocesi è bene che gli incaricati per i beni culturali e l’edilizia di culto si rapportino con gli altri uffici”. Don Pennasso sottolinea inoltre l’importanza della comunicazione ad intra e ad extra, richiama BeWeb, il progetto “Vie della bellezza”. Da questa mattina sono online sul sito dell’Ufficio le nuove Disposizioni concernenti la concessione di contributi finanziari della Cei per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto ed il relativo Regolamento attuativo: “Sono stati promulgati e sono pertanto operativi”. Le Disposizioni, spiega, “sono un testo unico e hanno carattere generale; riorganizzano in modo organico la materia, offrono orientamenti su come muoversi in attuazione dei documenti Cei”. Testo unico anche il Regolamento: “strumento per la programmazione diocesana”.