Urbanizzazione

Consumo di suolo: Agrinsieme, ogni giorno persi 15 ettari di terreno agricolo. A rischio biodiversità e produzioni preziose

È sempre alto l’allarme del mondo agricolo sul consumo di suolo dopo la diffusione degli ultimi dati da parte dell’edizione 2018 del “Rapporto sul Consumo di Suolo in Italia”, realizzato dall’Ispra e dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa). “Il suolo agricolo continua a subire i danni dell’urbanizzazione e ogni giorno si perdono 15 ettari di Sau (Superficie agricola utile), pari a 2 metri quadrati al secondo, praticamente l’equivalente di due aziende agricole medie, tanto che in dieci anni, dal 2006 al 2017, sono ‘spariti’ 440mila ettari, una superficie pari al tutto il Molise”, spiega oggi una nota del coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative agroalimentari.
Il coordinamento poi spiega: “Il suolo è una risorsa preziosa e non rinnovabile, che una volta persa non si può più recuperare. Assieme ai terreni, inoltre, si perdono ambiente, biodiversità, cultura e attività economiche strettamente legate ai territori”.
In particolare, Agrinsieme punta il dito sull’inversione di tendenza osservata ultimamente. “Dopo una decina di anni di rallentamento del consumo di suolo – viene spiegato –, si avverte una recrudescenza del fenomeno. Nell’ultimo anno la gran parte dei mutamenti del suolo (81,7%) è avvenuta in zone al di sotto dei 300 metri”. Viene poi osservato che l’agricoltura continua costantemente a perdere i terreni migliori, quelli di pianura, fertili e adatti a coltivazioni estensive, ma anche quelli collinari. “Nelle aree montane, poi – aggiunge la nota –, il problema diventa ancora più grave per il progressivo abbandono di aree sempre più ampie del territorio nazionale. Tutto questo senza considerare il grave danno per il territorio e per l’ambiente”.
Sempre Agrinsieme poi richiama l’attenzione sull’aggravarsi del “deficit di quelle produzioni strategiche delle quali siamo già carenti, mettendo per di più gli agricoltori in condizioni di abbandonare la partita, quando non riescono a far quadrare i loro bilanci”.
Da qui la richiesta dei coltivatori di “regolamentare, con norme specifiche, l’utilizzo di una risorsa non rinnovabile come il suolo, valorizzando il ruolo dell’attività agricola, favorendo l’equilibrata gestione del territorio e puntando sul rinnovato dialogo tra città e campagna”.