Martiri

Migranti: mons. Nosiglia (Torino), “un’alleanza con Chiese cristiane e fedeli dell’islam per l’accoglienza”

“L’accoglienza dei senza dimora, di coloro che hanno perso la casa e il lavoro e degli immigrati e rifugiati non basta a garantire loro una vita serena e dignitosa. Occorre procedere poi con l’accompagnamento, l’integrazione, la formazione, lo sbocco occupazionale, la condivisione dei propri valori culturali, religiosi e sociali”. Lo ha detto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nell’omelia della veglia di preghiera per i martiri della fede e i migranti defunti, che ha presieduto questa sera nella chiesa dei Santissimi Martiri, indicando i “passi necessari per garantire a ognuno quella autonomia che permette non solo di impostare per il futuro la propria vita, ma di contribuire con il proprio apporto alla crescita del bene comune dell’intera società”. “Così, tanti fratelli e sorelle poveri o immigrati possono rappresentare anche una risorsa per la comunità civile”, ha aggiunto il presule, che ha espresso la sua preoccupazione. “Mentre c’è una larga schiera di volontari e realtà laiche e religiose che si coinvolgono con i problemi della povertà e delle necessità sia di italiani che stranieri, il popolo di Dio e la comunità civile restano spesso apatici e sembrano subire la situazione senza reagire, mostrando insofferenza, pregiudizi e ostilità”. Quindi, l’invito a “operare, oltre che in favore dei nostri fratelli e sorelle in difficoltà, anche sul campo educativo e formativo, culturale e sociale, oltre che religioso”. Con un obiettivo: “Sostenere le ragioni dell’accoglienza nella mentalità, nello stile e scelte di vita di ogni membro della comunità”. Dall’arcivescovo l’invito alle Chiese cristiane e ai fedeli dell’Islam a fare “un patto di alleanza per raggiungere questi obiettivi comuni”. Quella auspicata è “una politica e un’azione congiunta, sia sul piano religioso che culturale e sociale, capace di affrontare questo problema con giustizia e solidarietà”.