Rapporto annuale

Servizio civile: priorità del Cnesc al governo, “finanziamento del fondo nazionale e pubblicazione del bando per un contingente di 50mila giovani”

Finanziamento del fondo nazionale, pubblicazione del bando ordinario 2018 giovani, pubblicazione Avviso deposito progetti per 2019, accreditamento Servizio civile universale (Scu), Programmazione Scu. Sono queste le priorità elencate questa mattina a Roma dai rappresentanti della Conferenza nazionale enti servizio civile (Cnesc) al sottosegretario Vincenzo Spadafora in occasione della presentazione del 17° rapporto annuale Cnesc. “Il mantenimento dell’attuale contingente di 41mila giovani – spiega il Cnesc in un comunicato – richiede almeno 300 milioni anno, a cui si aggiungono i cofinanziamenti degli enti. L’obiettivo del precedente Governo era di arrivare a 100mila giovani l’anno in servizio. Il governo Conte sta preparando la legge di stabilità 2019-20121. Desideriamo sapere quali sono gli obiettivi per il servizio civile”. Il Cnesc chiede inoltre l’apertura del bando ordinario 2018 da fine luglio a fine settembre.
“È una soluzione che viene incontro alle dinamiche giovanili – spiega il Cnesc –, obiettivo primario, anche se per alcune organizzazioni vuol dire interrompere per alcuni mesi le attività rivolte ai cittadini e alle comunità locali, spostate di fatto all’avvio del 2019. Ci aspettiamo che questa linea di lavoro sia confermata ed entro i prossimi giorni sia pubblicato il bando”. Alcune difficoltà si stanno incontrando sul versante dell’accreditamento all’albo unico del Servizio civile universale (Scu). “Nell’immediato – aggiunge il Cnesc – va realizzato l’obiettivo di permettere l’ingresso nel servizio civile di nuove organizzazioni, pubbliche e di terzo settore, che fino ad ora sono rimaste estranee. Più in generale, data la scadenza del 4 maggio 2019, dobbiamo dire che, nonostante i nostri sforzi, resta in piedi l’approccio che per iscriversi a questo Albo, anche se dal 2003 sei iscritto all’Albo del servizio civile nazionale, deve quasi ripartire da zero”. La sfida sul campo è la programmazione triennale e annuale. “Questa dovrebbe, almeno per il primo ciclo, poggiare sulle concrete attività delle organizzazioni che da anni operano – spiega il Cnesc –, inserita però nel contesto politico-culturale dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, recepita anche dai Governi nazionali”.