Ricostruzione

Terremoto: mons. Russo (Cei) in Commissione ambiente, “adeguato bilanciamento ” tra interessi di trasparenza, regolarità, sicurezza e celerità

“Sarebbe opportuno aggiungere che gli interventi di ricostruzione di importo non superiore a € 500.000 seguano il regime della ricostruzione privata ‘ai fini della predisposizione dei progetti e della selezione dell’impresa esecutrice’, in luogo dell’inciso ‘ai fini della selezione dell’impresa esecutrice’ contenuto nell’emendamento approvato al Senato. Pur essendo a nostro avviso pacifico che la proposta di modifica in esame non possa che riferirsi tanto alla fase di progettazione, quanto a quella di esecuzione – non potendo essere scisse le due procedure, attraendole a regimi diversi, così vanificando lo scopo della riforma – si ritiene che il riferimento espresso anche alla predisposizione della documentazione progettuale renderebbe più agevole e chiaro il dato normativo, evitando possibili criticità interpretative in fase applicativa”. È la richiesta espressa a nome dei vescovi italiani da mons. Stefano Russo, vescovo di Fabriano-Matelica e presidente del Comitato per la valutazione dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici e dell’edilizia di culto, ricevuto questa mattina in udienza dalla Commissione Ambiente della Camera, nell’ambito dell’esame in sede referente del D.L. 55/2018 approvato dal Senato. “Si confida quindi per l’accoglimento dell’emendamento passato al Senato, eventualmente modificato secondo quanto appena riferito, in modo che possano trovare adeguato bilanciamento gli interessi alla trasparenza, regolarità e sicurezza nelle procedure di ricostruzione – ha concluso mons. Russo -, con quello alla celerità degli interventi, nel rispetto della natura soggettiva e delle competenze delle Diocesi e a tutto vantaggio delle popolazioni coinvolte e del loro diritto a poter esercitare la libertà religiosa e di culto”.