Anniversario
Caritas Italiana si è attivata nella costruzione di luoghi polifunzionali, pensati per rendere possibili le attività religiose, culturali e aggregative delle comunità. Grazie a questo sforzo state realizzate o progettate in tutte le diocesi terremotate diverse tipologie di centri di comunità: container assemblati, prefabbricati metallici, strutture con fondamenta, in muratura, acciaio o legno. È l’impegno che l’organismo pastorale della Cei ha messo in atto nei due anni successivi al terremoto che, il 24 agosto 2016, colpì il Centro Italia. Tra le iniziative che la rete Caritas ha messo in campo c’è anche una lettura sistematica di tipo sociale, economico e sociodemografico delle province colpite dal terremoto (Rieti, Perugia, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, L’Aquila e Teramo), con lo scopo di analizzare e individuare elementi strutturali per giungere alla definizione di linee progettuali prioritarie di sviluppo, che caratterizzeranno e orienteranno le future scelte economiche e progettuali degli interventi post-terremoto. A due anni dalle prime scosse, tra interventi ed aiuti d’urgenza (compresa la collocazione, nelle primissime settimane dopo il sisma di agosto 2016, di oltre 50 container abitativi), sono stati realizzati 32 “Centri di comunità”, 4 strutture destinate all’accoglienza, 7 tra servizi caritativi e spazi socio-pastorali e due loculari all’interno del cimitero di Amatrice.