Lettera ai parroci

Diocesi: mons. Delpini (Milano), “criminalità e usura colpiscono capoluogo e territorio” ambrosiano

(Milano) “Reverendissimo signor parroco, come sicuramente sarà a conoscenza, il fenomeno delle difficoltà di molte persone e famiglie nel far fronte all’indebitamento, al pagamento di affitti, di rate di prestiti o di mutui, sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. Mentre dieci anni orsono, quando scoppiò la prima grande crisi finanziaria, il problema riguardava famiglie già in difficoltà che videro peggiorare in breve tempo la propria situazione, attualmente questa forma di grave disagio sta colpendo molte persone che, fino a poco tempo fa, godevano di una situazione apparentemente tranquilla”. Comincia così una lettera indirizzata a tutti i parroci della diocesi di Milano, firmata dall’arcivescovo Mario Delpini, e appena diffusa dalla curia ambrosiana. “In particolare, oltre ai tanti casi di sovraindebitamento, si assiste, con sempre maggiore frequenza, a famiglie che vedono messa a rischio la prima abitazione acquistata a suo tempo tramite un’operazione di mutuo. A tutto ciò dobbiamo aggiungere anche la nuova patologia rappresentata dal gioco d’azzardo che, insieme ad aggravare l’esposizione debitoria con banche e finanziarie, spesso sfocia nell’usura. Fenomeno carsico che emerge solo nei casi più drammatici (suicidi)”. Delpini aggiunge che anche la città di Milano e il circondario sono interessati “dalla presenza di consorterie criminali, che si insinuano nel tessuto economico produttivo, attraverso traffico di stupefacenti, riciclaggio del denaro, usura, controllo del territorio per affari illeciti, fino a infiltrazioni istituzionali, approfittando delle situazioni di difficoltà economiche in cui versano soprattutto le piccole/medie imprese, spesso indotte a ricercare linee di credito non convenzionali”.
“Si ha sentore – afferma l’arcivescovo – che le organizzazioni criminali stiano contattando tali imprese, ponendosi inizialmente in una posizione di partenariato per poi inserirsi nelle gestioni economiche, spesso tramite consulenti compiacenti, per acquisirle saldando i debiti dell’imprenditore e facendolo continuare a lavorare nella propria impresa come loro sottoposto. L’efficacia di tale sistema di penetrazione del territorio è altresì rappresentato dall’omertà e dal senso di isolamento che gli esponenti delle cosche riescono a generare nelle loro vittime, le quali per paura non collaborano con le forze di polizia, come peraltro risulta dal limitato numero di denunce presentate”.