Rapporto
Per due terzi sono donne, la metà è laureata (48%) e il 15% sono di origine straniera. Oltre la metà (53%) ha un’età compresa tra i 36 e i 65 anni, mentre gli anziani sono il 16%. È il quadro che emerge tra le 1.618 persone che hanno frequentato i Corsi base di formazione al volontariato promossi dalla Caritas di Roma negli ultimi cinque anni e che l’organismo diocesano ha analizzato nel primo rapporto sul volontariato dal titolo “Occhi, cuore mani”. Lo studio è stato presentato questa mattina nel corso della “Giornata del volontario” che si è svolta presso la Cittadella della carità a Ponte Casilino. “In un momento in cui sembriamo esistere solo in quanto le nostre vite vengono esibite e le nostre parole urlate sui mezzi di comunicazione – ha detto don Benoni Ambarus, direttore della Caritas, presentando il lavoro – c’è ancora un mondo di donne e uomini silenziosi e generosi che operano il bene senza grida e senza rumore, che non si rassegnano all’individualismo e che non cercano in un ‘like’ conferma all’intensità del loro vivere”. Per queste persone “il dialogo non si riduce certo ad un cinguettio, ma è un faticoso sforzo di ascolto e comprensione. ‘Condividi’ per loro non è un tasto su uno smartphone, ma un imperativo morale ed etico che li fa volgere verso chi ha bisogno e tendere loro la mano”. Oltre la metà dei volontari è impegnata nel mondo del lavoro o nello studio, il 18% sono pensionati mentre il 14% sono casalinghe. Molti hanno lavorato o stanno lavorando in diversi ambiti: scuola, ospedali, aziende pubbliche e privati. Alcuni vogliono mettere a disposizione le loro competenze, altri cercano relazioni diverse dal loro lavoro. Analizzando i rapporti con gli utenti li descrivono come una bella esperienza umana ma non tacciono momenti di difficoltà (60,6%). Il 78,7% dichiara che l’esperienza Caritas ha migliorato i suoi rapporti umani anche all’esterno.