Sondaggio
I cambiamenti climatici sono al primo posto tra le preoccupazioni espresse dagli italiani che chiedono a politica e imprese un maggiore impegno per far fronte ad una crescente emergenza. È quanto emerge dall’ultima rilevazione eseguita da Swg su un campione di 800 maggiorenni italiani, i cui esiti sono pubblicati nello speciale “Lotta contro i cambiamenti climatici” di “PoliticApp” diffuso oggi. Chiamati ad esprimere quali siano le situazioni o le realtà che maggiormente preoccupano, nella rilevazione eseguita tra il 25 e il 30 settembre gli italiani indicano al 51% i cambiamenti climatici (percentuale che sale al 64% per la Generazione Z), al 37% l’aumento delle diseguaglianze sociali, al 29% la stagnazione economica, al 28% i grandi flussi migratori, al 22% lo sviluppo di nuove malattie, al 20% l’affermarsi dell’egoismo nazionale, al 19% il terrorismo, al 17% la debolezza della democrazia, al 13% la mancanza di veri leader mondiali, all’11% le guerre commerciali tra i Paesi, al 10% il rischio che le macchine tolgano il lavoro alle persone. Per far fronte alla lotta al cambiamento climatico, secondo gli italiani dovrebbero impegnarsi di più i partiti politici italiani (89%) e le imprese italiane (90%). I giovani italiani della Generazione Z sono schierati con Greta Thunberg, la giovane ragazza svedese che lotta contro i cambiamenti climatici, trovandola “molto” o “abbastanza” simpatica (60%). Un gradimento che scende al 49% se si considera il complesso delle risposte degli intervistati, dalle quale emerge che il 40% la ritiene “poco” o “per niente” simpatica. La maggioranza degli italiani ritiene Greta un leader in fieri (57%), valutazione condivisa soprattutto dai giovani della Generazione Z (77%). Poco più di un terzo degli intervistati (34%) la ritiene “poco” o “per niente” un leader per il suo attivismo. Infine, i giovani italiani della Generazione Z condividono il pensiero secondo cui “gli adulti hanno rubato i nostri sogni” espresso da Greta Thunberg di fronte ai potenti del mondo. La pensa così l’80% degli intervistati (40% “molto” e 40% “abbastanza”), a fronte dell’1% che è “poco” d’accordo e il 19% che non lo è “per niente”.