Vandalismo

Diocesi: Palermo, scritte offensive contro la Chiesa all’Arenella. Il parroco, “evidente collegamento” dei fatti con il progetto “Tutti a bordo”

“Non credo di essere stato io il bersaglio che si voleva colpire con le scritte ingiuriose, quanto piuttosto la Chiesa tutta, il suo operato nel quartiere”. A qualche giorno di distanza da quando alcune scritte offensive contro la chiesa sono state rinvenute sui muri delle strade che dalla parrocchia palermitana di Sant’Antonio conducono verso il porticciolo dell’Arenella, il parroco don Francesco Di Pasquale parla al Sir dell'”evidente collegamento” dei fatti con il progetto “Tutti a bordo”, sottoscritto lo scorso 30 novembre dalla parrocchia e dal Comune di Palermo, insieme con l’Istituto Maria Ausiliatrice, l’Istituto comprensivo Arenella e da diverse associazioni. Un Patto che prevede “la collaborazione secondo il principio dei comitati educativi di circoscrizione per lo sviluppo di attività di prevenzione, partecipazione e protezione rivolte ai bambini ed ai ragazzi del quartiere”.
“Per avere contezza concreta di quanto avvenuto e del suo perché è certamente necessario attendere le risposte che arriveranno dagli organi competenti – dice don Di Pasquale –, ma ha turbato che le sedici scritte ingiuriose fossero distribuite lungo un preciso percorso che tocca i luoghi delle cose già fatte e che faremo in favore del territorio e di chi lo abita”. I luoghi sono la parrocchia, la strada fino alla Piazza Tonnara e le vie che in questi giorni si animano di iniziative legate al Natale. “Offese e turpiloqui che non hanno risparmiato il bel presepe artistico e la location individuata per il presepe vivente, o la sede scelta appena due giorni prima per festeggiare il protocollo d’intesa che ha già offerto a chi vive nel quartiere, soprattutto ai più giovani, momenti di festa e l’allegria dei giochi di strada delle nostre tradizioni”.
Al Sir, il parroco palermitano dice della “vicinanza solidale, affettuosa e concreta” della Chiesa diocesana. “Il nostro arcivescovo ha voluto raggiungerci, poco dopo i fatti: l’occasione – racconta – è stata data dall’inaugurazione dello ‘Spazio In-con-tra’, un campetto realizzato con Caritas italiana. Ma la presenza fisica di mons. Corrado Lorefice è stata di sostegno e di incoraggiamento per tutti noi, segno di unità e di comunione”.
Il sacerdote ribadisce, infine, l’intenzione di andare avanti “sulle strade del bene comune, alla luce del Vangelo. Non credo che chi ha voluto offenderci, scoraggiarci o impaurirci abbia una conoscenza teologica tale da capire che la Chiesa siamo noi, tutti quanti noi – dice don Di Pasquale –, ma noi che ne abbiamo contezza ci sentiamo chiamati in causa personalmente, dobbiamo sentirci interpellati e, come cristiani, rispondere con il coraggio della Parola di Gesù, parola di amore e speranza”.