Dialogo interreligioso
(da New York) Oltre un centinaio di leader religiosi prevenienti da cinquanta Paesi del mondo, aderenti a Religions for peace si sono dati appuntamento a New York per tre giorni di lavoro sulle priorità che le religioni dovranno affrontare nei prossimi cinque anni. Religions for peace è la più grande coalizione di esponenti religiosi del mondo e dal 1970 si è riunita per promuovere e lavorare per la pace. “Quando le comunità religiose lavorano insieme per il bene comune sono una forza potente che contribuisce allo sviluppo e alla pace – ha ribadito Kyoichi Sugino, segretario generale ad interim dell’organizzazione –. C’è più che mai bisogno nel mondo di comunità di fede che agiscano con la loro autorità spirituale per l’avanzamento della pace e dello sviluppo”. Il card. Charles Bo, arcivescovo di Yangon in Myanmar, ha raccontato la tragedia vissuta dal suo Paese, uno delle nazioni più ricche dell’Asia dell’est e ora tra le più povere del mondo. “Religions for peace ha avuto la capacità di aprire un dialogo con il governo ed è stata la prima delegazione privata a cui è è stato consentito di visitare uno dei campi dove sono rinchiusi i musulmani di etnia Royinga”, ha spiegato il cardinale che ha incoraggiato altri tre forum anche con i militari per capire insieme come promuovere la pace in un contesto così complesso. La pace e la risoluzione dei conflitti è uno dei quattro temi cardine attorno a cui lavorerà l’assemblea. Gli altri tre saranno: protezione dell’ambiente e partnership per combattere il cambiamento climatico; libertà di religione e di pensiero, prevenzione e lotta alla violenza di genere, sviluppo di nuove partnership con il settore privato. Ci saranno sezioni dedicate alle best practice e alle sfide che le comunità religiose si trovano a fronteggiare in varie nazioni del mondo. I lavori saranno presieduti da Azza Karram, nuovo segretario di Religions for peace e prima donna musulmana a guidare questa coalizione di rappresentanti religiosi.