Santità
“Sgombrare il campo da ogni ambiguità e dubbio, conseguendo una piena certezza nella proclamazione della santità”. È il compito affidato dal Papa alla Congregazione delle cause dei santi, i cui membri sono stati ricevuti in udienza in occasione del 50° anniversario della sua istituzione”. “I consultori, in ambito storico, teologico e medico, sono chiamati ad adempiere con piena libertà di coscienza il proprio lavoro, studiando attentamente i casi loro affidati e formulando i relativi giudizi con matura riflessione, in modo imparziale e senza tener conto di condizionamenti, da qualunque parte essi possano venire”, il mandato di Francesco, secondo il quale “il regolamento e la prassi del Dicastero, come pure la vigilanza dei superiori, favoriscono un rapporto di assoluta indipendenza tra gli estensori dei singoli voti e chi forma o coordina i congressi peculiari. Si tratta di tenere sempre presenti le finalità specifiche delle cause, che sono la gloria di Dio e il bene spirituale della Chiesa e sono strettamente legate alla ricerca della verità e della perfezione evangelica”. Ai postulatori, il Papa ha chiesto “un atteggiamento di servizio alla verità e di cooperazione con la Santa Sede”: “Non si lascino guidare da visioni materiali e da interessi economici, non ricerchino la loro affermazione personale e soprattutto fuggano tutto ciò che è in contraddizione con il significato del lavoro ecclesiale che svolgono. Non venga mai meno nei postulatori la consapevolezza che le cause di beatificazione e canonizzazione sono realtà di carattere spirituale; pertanto, vanno trattate con spiccata sensibilità evangelica e rigore morale”. “Una volta – ha proseguito il Papa a braccio – ho parlato con il card. Amato sulla necessità del miracolo: ci vuole il miracolo, è proprio il dito di Dio lì. Senza un intervento del Signore chiaro, non possiamo andare avanti nel servizio di canonizzazione”.