Rapporto 2019
“In diversi contesti si sente dire che i giovani non guardano film ma alla luce di questo rapporto non è vero”. A dirlo è Francesco Toniolo, docente di linguaggi, semiotica dei prodotti mediali dell’università Cattolica del Sacro Cuore, uno dei curatori del Rapporto Cinema 2019, presentato questa mattina a Roma. La ricerca ha analizzato i consumi culturali della cosiddetta Generazione Z, ovvero i nati dal 2000 in poi, suddivisa nelle fasce fra i 10-13 anni e i 14-19 anni. A presentare i dati è stata Maria Francesca Piredda, direttore didattico del master in Management dell’immagine e del cinema dell’alta scuola in media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “La frequenza di visione dei film in generale, non solo nella sala cinematografica, è costante ed elevata – ha commentato la docente -. Il 51,2% vede 2-3 film a settimana. Anche le motivazioni nella scelta del film sono interessanti: l’84, 2% vede il film perché appartiene al genere preferito, sulla base delle recensioni il 47,6% che hanno più peso del giudizio degli influencer (39,4%)”.
L’indagine ha portato alla luce quali siano gli ambienti dove la Generazione Z è solita guardare i film: “Al primo posto – ha affermato – c’è la televisione gratuita (90,3%), al secondo la sala cinematografica (88,2%) e poi YouTube (59,2%) mentre la pirateria è poco considerata (14%). Il 39,7% degli Z va una o due volte al mese. Vanno nelle sale per l’alta qualità delle immagini (55%), l’atmosfera (49%) e lo stare con gli amici e la famiglia (48,8%). A casa, gli Z vedono i film con i genitori (83,60%) da soli solo il 53,9%. Al cinema, vanno con gli amici. Il valore che danno alla visione filmica è il piacere offerto dalla qualità offerta dal cinema e a seguire lo stare insieme agli altri (45,9%). In sintesi la visione dei film è molto forte fra gli Z, la sala è un ambiente ancora attrattivo e la visione è percepita come divertimento”.