Omelia

Diocesi: card. Bassetti a Siracusa per Santa Lucia, “aprirci alle speranze di quelli che vengono da terre lontane”

“Idealmente Lucia ci invita a guardare in grande e a guardare lontano, al di là dei piccoli o gravi problemi della nostra vita quotidiana, e a fissare il vasto orizzonte del mare per immergerci così nelle necessità dei fratelli che ci camminano accanto e ci apre alle speranze di quelli che vengono da terre lontane”. Lo ha detto il presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il card. Gualtiero Bassetti, nell’omelia della messa che ha celebrato stamattina a Siracusa, in occasione della festa della patrona Santa Lucia. “Celebrare santa Lucia oggi – ha aggiunto il porporato – significa imparare a tenere insieme ciò che è noto con ciò che è nuovo, la storia passata con le sorprese del futuro”. Citando Giorgio La Pira, originario proprio di un paese della provincia di Siracusa, il porporato ha incoraggiato a “rileggere le nostre città non più come luoghi chiusi e destinati a morire, ma come luoghi con una vocazione grande, aperta all’altro e lanciata verso l’eternità”. L’arcivescovo ha quindi indicato in Lucia “il candore del bambino che Gesù” che “presenta a noi suoi discepoli”: “La stessa immagine mi fa pensare al dovere di noi adulti di proteggere i bambini, di consentire loro di essere se stessi, di crescere in armonia e senza traumi. Da tempo – ha ricordato il cardinale – tutta la Chiesa italiana è impegnata in un cammino di conversione e di sensibilizzazione sul rispetto per i più piccoli. La loro condizione di fragilità li espone talvolta all’oltraggio e alla violenza da parte degli adulti. La comunità cristiana non può che essere attenta affinché a ogni bambino sia consentito di conservare il proprio candore”. Nel tempo di Avvento, il card. Bassetti ha infine indicato una “grande sfida”: “Le luminarie della città o le luci natalizie delle nostre case possono costituire un richiamo. Possono evocare alla mente e al cuore una luce apparentemente più fioca, ma più efficace: quella della grotta di Betlemme, dove è nato il Salvatore. Senza questo sguardo luminoso sugli altri e sul mondo si rischia di perdere la fiducia e anche la Chiesa diventa stanca e triste”. “La luce degli occhi di Lucia ispiri anche a noi uno sguardo profondo – ha auspicato -, che sappia riconoscere i segni che Dio dissemina ovunque, nella storia personale, ecclesiale e civile”.