Pastorale sociale
“Non preoccuparvi di ‘fare’ o ‘dire’ subito qualcosa, ma piuttosto di ‘essere’ in ascolto e attenti a bisogni e problemi nel vostro territorio, soprattutto di giovani, anziani, stranieri, poveri, persone, famiglie in difficoltà. Conoscere ed entrare in contatto con persone e realtà della vostra zona – istituzionali e non (in particolare non-ecclesiali) – che operino nel sociale e solo con gradualità pensare, progettare e sperimentare insieme possibili azioni comuni”. Sono le prime due indicazioni contenute nella lettera indirizzata da don Matteo Zorzanello e dalla Commissione di pastorale sociale, lavoro, giustizia e pace, cura e salvaguardia del creato della diocesi di Vicenza ai Consigli pastorali unitari (Cpu) della stessa diocesi”. Far conoscere e valorizzare le attività costruttive e positive a sfondo sociale, culturale, politico che già esistono nel vostro territorio, senza preoccuparvi di proporne di nuove né tanto meno di esserne sempre i promotori” perché “è importante ‘fare qualcosa insieme’”, l’ulteriore suggerimento del testo che si inserisce nel percorso avviato con il meeting dello scorso 5 ottobre e che vedrà la Chiesa vicentina impegnata per due anni a camminare alla luce dell’invito a vivere da “Battezzati e inviati per la vita del mondo”. Il vescovo Beniamino Pizziol ha al riguardo formulato nell’ultima Lettera pastorale proposte e suggerimenti concreti da realizzare suddivisi in quattro ambiti: annuncio, spiritualità e liturgia, carità, cultura e relazione con il territorio. Quattro dimensioni pastorali da coltivare se armonizzare tra loro. E per l’ultima, la più “difficile” da affrontare, la Commissione di pastorale sociale si mette a disposizione dei Cpu sulla scorta delle indicazioni di Papa Francesco nel cap IV della “Evangelii gaudium” dedicato alla dimensione sociale dell’evangelizzazione.