Omelia
“La martire Lucia ci ricorda che tra noi e Dio c’è lo stesso rapporto che c’è tra lo sposo e la sposa, fatto di amore e cura”. Lo ha affermato mons. Ernesto Mandara, vescovo di Sabina-Poggio Mirteto, che ieri sera nella parrocchia di Santa Lucia a Fonte Nuova (Rm) ha presieduto una messa in occasione dell’inaugurazione di una statua dedicata alla martire dei primi secoli, che nei giorni scorsi è stata benedetta da Papa Francesco e che ieri sera è stata posta all’interno di una grotta rupestre da poco scoperta sulla via Palombarese. Agli oltre seicento fedeli presenti alla celebrazione, mons. Mandara ha proposto un parallelo tra l’esperienza della santa siracusana e il brano evangelico delle dieci vergini. “Colpisce la lampada sempre accesa. La fede non è una cosa astratta, ma consiste nel saper custodire i nostri rapporti. La saggezza di queste ragazze, che partecipano alla liturgia nuziale, testimonia che la lampada non si è spenta – ha detto nell’omelia –. Nel momento in cui esponiamo alla venerazione l’immagine di santa Lucia, a cui la vostra comunità è molto legata, ricordiamoci che di fronte alle avversità, quando la vita delle nostre famiglie rischia di divenire un campo di battaglia, dobbiamo essere capaci di custodire la lampada della fede e di riaccenderla se dovesse spegnersi”. E ha chiosato: “La festa di Lucia ci ricorda che la relazione con Dio va vissuta come un matrimonio: devo saper custodire gli altri. Non facciamoci ammazzare dalla vita quotidiana, non ‘addormentiamoci’ ma, nelle nostre famiglie, dobbiamo custodire i sentimenti e mantenere vivi i desideri”.