Cerimonia di consegna
“Con questo gesto simbolico, vogliamo additare soprattutto ai giovani, per suo tramite, un testimone credibile della politica e delle istituzioni chiamate a promuoverla”. Lo ha detto stamani padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento di Assisi, in apertura della cerimonia di consegna della Lampada della pace al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La sua guida luminosa e umile ci consente di alimentare la fiducia e la speranza di vedere ancora un’Italia umana, di poterla costruire insieme – ha aggiunto -. In lei riconosciamo un presidio dei principi costituzionali e democratici dell’Italia, improntati al confronto e al dialogo con tutti”. A nome dei frati, il Custode ha apprezzato il “vigile impegno” del capo dello Stato “indirizzato a prevenire tutte le forme di odio, di sopruso e di egoismo che minacciano la sicurezza e la pacifica convivenza nel nostro Paese”. “E condividiamo il suo continuo richiamo al senso di appartenenza, a sentirsi comunità di uomini e donne che aderiscono a valori, prospettive, diritti e doveri volti a promuovere una società più libera, giusta e fraterna, che consenta l’integrale sviluppo umano di ogni persona”. Guardando alla situazione nel Paese, p. Gambetti ha evidenziato come “le mancanze di rispetto nei confronti della Costituzione, delle autorità elette e dei più anziani affievoliscono la grammatica dell’identità nazionale”. “Siamo profondamente feriti nella coscienza civica dalla barbarie culturale che sta debordando, anche ai livelli che ancora vorremmo considerare più alti. Per asserire la propria identità di italiani non c’è bisogno di urlarla, di sventolarla o di chiudersi”. Quindi, l’auspicio che il Parlamento “fosse nuovamente esempio di dialogo, in particolare per i più giovani”. “Solo così il nostro popolo potrà ancora ancora esercitare il proprio diritto di sovranità, senza svenderlo all’uomo forte di turno”. Tracciando il profilo del leader, il francescano ha indicato “uomini umili e saggi per governare, che non amino il protagonismo dei narcisisti, non facciano continuamente propaganda e si pongano in modo garbato”. “Cerchiamo persone salde in se stesse e non in virtù dei consensi, capaci di dialogo, di ponderazione e di creatività. Come Liliana Segre che, nonostante gli atti di sgarbatezza e di odio di cui ancor oggi è vittima, continua ad illustrare ‘la Patria con altissimi meriti in campo sociale’”.