Ambiente
“Molti dei problemi mettono in evidenza la mancanza di rispetto storica delle imprese brasiliane per i diritti e la dignità umana. La comunità di Piquiá de Baixo viene avvelenata da decenni”. Baskut Tuncak, relatore speciale delle Nazioni Unite su diritti umani e sostanze tossiche, che venerdì scorso ha presentato ufficialmente le conclusioni, riguardo al caso della comunità di Piquiá de Baixo, nello Stato brasiliano del Maranhão.
Ha proseguito il relatore Onu: “Malgrado si siano compiuti progressi per il re-insediamento di questa comunità, così resiliente, in un nuovo quartiere dove possa vivere con dignità, le politiche caotiche del Governo e i tagli di bilancio rischiano di lasciare nell’abbandono questa comunità e di farle soffrire ulteriori abusi dei suoi diritti da parte delle imprese Vale, Viena Siderurgica e Gusa Nordeste, per un periodo indeterminato”.
Tuncak si è detto sorpreso dall’aver ricevuto seguenti informazioni: uno studio spirometrico realizzato a Piquiá de Baixo dall’Istituto dei Tumori di Milano dimostra che il 28% della popolazione locale soffre di patologie respiratorie. Si tratta di una percentuale estremamente alta, tra 6 e 2 volte maggiore della media in altri Paesi, che si pone tra il 4,6% ed il 14,5%); una misurazione continua, durante alcuni mesi, delle particelle inquinanti sospese nell’aria, realizzata da giovani abitanti di Piquiá, che hanno formato un’équipe di “Vigilanti popolari sulla salute”, coordinata dalla Fondazione Oswaldo Cruz (Fiocruz), ha dimostrato che la media mensile dei livelli di inquinamento dell’aria (MP2,5) oltrepassa la media annuale raccomandata dall’Oms, di 10 μg/m³, e varie volte supera la media giornaliera raccomandata, di 25 μg/m³.
Ha accusato Tuncak: “Il Brasile continua a consentire l’uso di dozzine di pesticidi altamente pericolosi vietati da molti altri Paesi. L’azione del Governo, o la sua omissione, ha scatenato un’ondata catastrofica di pesticidi tossici, deforestazione e miniere, che avveleneranno le generazioni future se non si intraprendono azioni urgenti per riallineare il Brasile con il percorso dello sviluppo sostenibile”.