Ambiente
“È un fatto nuovo, di grande importanza”. Così padre Dario Bossi, provinciale dei comboniani in Brasile definisce il rapporto di Baskut Tuncak, relatore speciale delle Nazioni Unite su diritti umani e sostanze tossiche, che venerdì scorso ha presentato ufficialmente le conclusioni, riguardo al caso della comunità di Piquiá de Baixo, nello Stato brasiliano del Maranhão, da decenni vittima dell’inquinamento delle estrazioni minerarie.
“In passato – prosegue padre Bossi, che in passato ha vissuto in quel territorio e ha condiviso la battaglia della popolazione locale – la reazione delle Nazioni Unite era stata molto soft. Questa volta, invece, la presa di posizione è stata molto decisa e il caso di Piquiá de Baixo viene ritenuto prioritario e paradigmatico, allo stesso livello della diga crollata a Brumadinho. Il Governo brasiliano, di fronte a questa relazione, deve cambiare il suo atteggiamento”.
“Alla luce di una serie di terribili crimini ambientali, dalla rottura di dighe a un’epidemia di avvelenamento da pesticidi, sarebbe ragionevole aspettarsi che il Paese adotti i più severi controlli ambientali e professionali per controllare sostanze e rifiuti pericolosi. Al contrario, vediamo accadere il contrario, il Paese regredisce, a causa del perverso senso di impunità per i criminali che avvelenano le persone, si impossessano della loro terra e distruggono l’ambiente”, ha detto venerdì scorso Tuncak, che ha proseguito: “Il Brasile sta violando il suo obbligo costituzionale di proteggere i diritti umani dall’esposizione a sostanze tossiche e rifiuti pericolosi, eliminando ministeri cruciali, limitando i finanziamenti per funzioni essenziali, eliminando programmi importanti, limitando i casi di partecipazione civica e non applicando leggi e regolamenti. decisioni giudiziarie esistenti per proteggere i diritti umani da esposizioni tossiche”. Allo stesso tempo, “criminalizza e attacca costantemente coloro che coraggiosamente lottano per difendere il diritto alla vita, alla salute e all’ambiente, oltre agli altri diritti umani riconosciuti dalla Costituzione brasiliana”.