Società
“I dispositivi del totalitarismo di estrema destra sono molto simili nella storia, poiché si adattano – quanto a efficacia pratica – al mutare dei contesti sociali e psicologici delle crisi economiche, finanziarie e di relazioni sociali. Riflettono senza mediazioni una nevrosi di massa. Le modalità espressive nichiliste offrono un rituale di scarico alla frustrazione aggressiva”. Lo afferma in un’intervista al Sir il sociologo Maurizio Fiasco, a proposito dei rigurgiti filonazisti presenti nella nostra società. “Torniamo perciò a studiare la grande letteratura che nel Novecento, dopo le tragedie, ci ha illuminato su questi fenomeni – l’invito -. E così comprendiamo l’approssimarci al baratro, scrollandoci di dosso quell’ignoranza delle classi colte, che hanno abdicato a formare coscienze, cultura, in una parola a esprimere opinione pubblica”.
Come si combattono questi pericolosi segnali? “La prima ‘medicina’ è aggiornare l’analisi – la risposta -. Da qui si potrebbe passare a riscoprire la forza di insegnamenti morali che si oggettivano nella partecipazione: civile, solidaristica, alla scoperta dell’amore per il prossimo. Ci gioverebbe un’azione formativa indirizzata a chi si adopera oggi per aiutare, materialmente, moralmente e con le idee chi soffre. E insista – con dati e proposte serie – che si può uscire dalla crisi: grazie alla competenza, alla responsabilità, con il contributo di tutti. Non voglio insegnare niente a nessuno, ma vedrei l’urgenza di un sindacalismo che guardi alla popolazione povera e smarrita e ne porti al “tavolo delle trattative” le giuste rivendicazioni”.
Non solo: “Non voglio eludere il tema della politica: occorre far presto a ripristinare i modi della partecipazione dal basso, all’insegna di valori umani, con la critica e la proposta verso le scelte istituzionali da compiere. Tornare insomma a formazioni politiche popolari, che appassionino ampi strati dei cittadini e li educhino alla democrazia, al pluralismo, al rispetto reciproco delle posizioni”.