Giornata internazionale
In occasione della Giornata internazionale dei migranti, Amnesty International ha chiesto alla nuova Commissione europea di “agire con urgenza per proteggere i diritti dei migranti e dei rifugiati abbandonati a sé stessi lungo la rotta del Mediterraneo orientale”. Le persone in cerca di salvezza lungo le pericolose rotte marine e terrestri tra Turchia e Grecia e i Balcani occidentali stanno affrontando rischi mortali mentre nevica e le temperature scendono sotto lo zero. Nel 2019, quasi 70.000 persone hanno raggiunto la Grecia, 14.000 delle quali attraverso la frontiera terrestre. Dai sovraffollati campi per rifugiati delle isole greche agli accampamenti improvvisati della Bosnia dove migliaia di persone dormono per terra o versano in condizioni inumane e indegne, le persone che cercano riparo affrontano filo spinato, sentieri pericolosi e un rigido inverno. “I leader europei – afferma Amnesty – hanno ora l’opportunità di porre fine alle precedenti pericolose politiche e di dare alle persone che fuggono verso l’Europa la salvezza e la dignità di cui sono alla ricerca e che la legge prevede”. Dal 2016 gli arrivi via terra hanno visto un notevole incremento, da 4.000 fino a 14.000 alla fine del 2019, nonostante i respingimenti e le violenze nei confronti dei richiedenti asilo nella regione dell’Evros. Negli ultimi giorni, lungo il percorso dal confine dell’Evros verso l’interno della Grecia, sei persone sono morte di ipotermia. “Il governo greco, tuttavia, non sta facendo niente per aiutarle. Al contrario, dichiara di voler sigillare le frontiere, anche attraverso l’installazione di sistemi di sorveglianza per scoraggiare l’attraversamento del confine”, informa Amnesty, temendo “che queste ulteriori misure repressive abbandoneranno ancora una volta a sé stesse persone che hanno bisogno di percorsi legali e sicuri d’ingresso”. Anche nei Balcani occidentali la polizia della Croazia continua a respingere violentemente le persone che cercano di entrare nell’Unione europea attraverso i suoi confini, provocando “una crescente crisi umanitaria” in Bosnia ed Erzegovina. Amnesty sollecita l’Ue a “ripensare le attuali politiche basate sull’impedire gli ingressi a ogni costo, per assicurare che questo sarà l’ultimo inverno che i migranti e i rifugiati passeranno rischiando di perdere la vita all’addiaccio”.