Difesa della vita
Felici che il nuovo presidente Alberto Fernández abbia messo l’enciclica Laudato si’ come un riferimento per le politiche ambientali. Ma fermamente contrari al decreto con cui il Governo, non appena preso possesso delle sue funzioni, ha di fatto allargato, attraverso un semplice protocollo, la possibilità di aborto, senza un voto parlamentare in proposito.
Questa la posizione espressa dalla Conferenza episcopale argentina (Cea), nel messaggio di Natale diffuso ieri, in seguito all’incontro del Consiglio permanente e al saluto al nuovo capo dello Stato, che ha ricevuto la dirigenza della Cea nella sede del Governo.
Il nuovo protocollo del Ministero della Salute stabilisce che ogni ragazza o adolescente di età inferiore ai 15 anni ha il diritto di interrompere legalmente la gravidanza per “i rischi fisici ed emotivi” associati a tale stato. Le persone di età superiore a 15 anni possono farlo se i medici ritengono che la gravidanza metta a rischio il loro benessere fisico, mentale o sociale “e influisca sulla vulnerabilità sociale delle donne vittime di violenza o con mancanza di autonomia”. In caso di violenza, in particolare, non servirà una risoluzione giudiziaria, ma sarà sufficiente una dichiarazione giurata della vittima.
Scrivono i vescovi: “Siamo rimasti sorpresi dalla presentazione del protocollo sull’aborto come uno dei primi atti del nuovo Governo. Ci addolora e ci preoccupa questo modo di agire, che evita il ragionevole dibattito democratico sulla protezione della vita, il primo diritto umano”.
Infatti, “esiste una gerarchia normativa che è stata violata dall’imposizione di questo protocollo da parte di un funzionario, contrariamente a quanto stabiliscono la Costituzione nazionale, trattati internazionali e il codice civile e commerciale della nazione, oltre alle altre leggi nazionali che proteggono la vita fin dal concepimento. Ciò che il Parlamento nazionale non ha approvato alla fine di un dibattito democratico, con discussioni pubbliche da parte di tutti i settori, istituzioni e credi religiosi, è stato appena definito da un protocollo inappropriato del ministro della Sanità. Non siamo contro i diritti, noi argentini siamo a favore della dignità e del valore sacro di tutta la vita. In comunione con così tanti credenti e cittadini di buona volontà, attendiamo la revoca del protocollo”.
Nel messaggio natalizio, la Conferenza episcopale ricorda anche i tanti poveri “che meritano un futuro migliore”.