Politica

Parlamento Ue: votata risoluzione, “migliaia di uiguri e kazaki detenuti in campi di concentramento in Cina. Adottare sanzioni”

foto SIR/Marco Calvarese

(Strasburgo) Il Parlamento europeo “condanna fermamente il fatto che centinaia di migliaia di uiguri e persone di etnia kazaka siano stati inviati in ‘campi di rieducazione’ politica, sulla base di un sistema di polizia predittiva, ed esorta il governo cinese a porre immediatamente fine alla pratica delle detenzioni arbitrarie di membri delle minoranze uigura e kazaka in assenza di capi d’accusa, di un processo o di condanne per reati, a chiudere tutti i campi e i centri di detenzione e a liberare immediatamente e incondizionatamente le persone detenute, compreso il vincitore del Premio Sacharov di quest’anno, Ilham Tohti”. Gli eurodeputati hanno votato oggi una risoluzione che fa eco a quanto affermato ieri a Strasburgo proprio durante la cerimonia del conferimento del Sacharov 2019 all’economista uiguro Tothi. “Esistono solide informazioni secondo cui gli uiguri e altre minoranze etniche, principalmente musulmane, nella provincia dello Xinjiang sono soggetti a detenzioni arbitrarie, torture, a pesanti restrizioni delle pratiche religiose e a un’ampia sorveglianza digitalizzata”, sottolinea il Parlamento. I deputati chiedono alle autorità cinesi di “garantire ai giornalisti e agli osservatori internazionali un accesso libero alla Regione autonoma uigura dello Xinjiang per valutare la situazione nel territorio”. L’approccio adottato e gli strumenti utilizzati fino ad oggi dall’Ue “non hanno prodotto progressi tangibili nella situazione dei diritti umani in Cina, che è invece peggiorata nell’ultimo decennio”.
È essenziale, secondo la risoluzione, che l’Ue “sollevi la questione della violazione dei diritti umani in Cina in ogni dialogo politico con le autorità cinesi”. I deputati chiedono al Consiglio di adottare sanzioni mirate e di congelare i beni, se ritenuto opportuno ed efficace, contro i funzionari cinesi responsabili di una grave repressione dei diritti fondamentali nello Xinjiang.