Capitale cultura
(Parma) “L’idea di fondo che ha generato il nostro programma diocesano è legata all’intuizione di don Alfredo Bianchi, direttore dell’Ufficio per i beni culturali, di partire da una pergamena datata 11 giugno 1004”. Lo ha detto questa mattina don Lorenzo Montenz, canonico e coordinatore della Commissione diocesana Parma 2020, durante la presentazione degli eventi pensati dalla Chiesa parmense nell’ambito di Parma Capitale italiana della cultura 2020.
La pergamena, conservata dell’archivio capitolare della cattedrale di Parma, riporta la donazione da parte del vescovo Sigefredo di un mulino di sua proprietà alla chiesa di San Giovanni Battista. Per l’occasione firmarono il documento, oltre al vescovo, i canonici della cattedrale e gli arcipreti delle ventiquattro pievi battesimali diocesane convenuti a Parma. “Allo stesso modo oggi – ha spiegato don Montenz – il centro pulsante degli eventi saranno duomo, battistero, il museo diocesano e San Francesco, ma senza dimenticare la vita attiva della diocesi nelle associazioni e nelle parrocchie. Perché questi luoghi si intrecciano con quelli di vita della città, non sono binari che viaggiano paralleli ma viviamo in piena osmosi”. Significativo che il prossimo 13 gennaio, festa di sant’Ilario di Poitiers patrono di Parma, e uno dei tre giorni delle manifestazioni per l’apertura della Capitale italiana della cultura, vescovo e sindaco si incontreranno sul sagrato della cattedrale.
“Il programma è molto variegato – ha concluso Montenz -, segnalo il tema della pace e della speranza, quello della carità, le letture patristiche proposte dall’Istituto di scienze religiose, le Ancelle dell’Immacolata con le celebrazioni per il decimo anniversario della beatificazione di madre Adorni”.