Capitale cultura
(Parma) “Quando Parma è stata scelta come Capitale italiana della cultura del 2020 abbiamo pensato subito a come rendere la diocesi parte attiva di questo grande evento, sia perché la Chiesa è custode di tanta parte del patrimonio artistico della nostra città, sia perché la cultura cristiana nei secoli ha prodotto i monumenti e offerto uno stile di vita che si misura con l’oggi per proiettarsi nel futuro”. Lo ha detto questa mattina mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma, durante la presentazione degli eventi pensati dalla Chiesa parmense nell’ambito di Parma Capitale italiana della cultura 2020.
“Tra gli eventi ce ne sono alcuni di carattere artistico-celebrativo che riguardano inaugurazioni significative – ha continuato mons. Solmi -, in particolare penso a un segno che rimarrà nel tempo, oso dire nei secoli: la restituzione alla città della chiesa di San Francesco del Prato”. Il vescovo ha ringraziato i tanti che si sono spesi in questi anni e “ringraziando Dio” per ridare alla città un patrimonio immenso che “ridisegnerà il centro storico dal punto di vista sia ecclesiale sia civile”. In particolare San Francesco è “memoria di sofferenze e travagli per il carcere napoleonico ma anche luogo di grande carità, penso alla beata Anna Maria Adorni e a padre Lino, il santo non canonizzato ma sentito tale da tanti parmigiani”. Accanto alle espressioni artistiche spazio anche alle opere di misericordia e di carità – ha concluso il vescovo – citandone alcune in modo non esaustivo: “L’alloggio per le persone bisogne di casa, la presentazione del rapporto Caritas in novembre e successivamente le iniziative che incrociano la festa dei poveri voluta da Papa Francesco”.