Società

Rapporto Bes: Istat, nel 2018 in Italia oltre 1,8 milioni di famiglie in condizioni di povertà assoluta

Nel 2018, si riduce la quota di persone in grave deprivazione materiale al Nord (3,4%, incidenza quasi dimezzata rispetto al 2017) e al Centro (6,4%, -1,5 punti percentuali) mentre si mantiene sugli stessi livelli dell’anno precedente nel Mezzogiorno (intorno al 16%). Differenze ampie anche per la quota di persone che vivono in famiglie dove le persone in età lavorativa hanno lavorato meno del 20% del loro potenziale: nel Mezzogiorno sono il 19% (in diminuzione di 1,2 punti percentuali); al Centro l’8,6% e al Nord il 6,4%, con variazioni poco significative. Lo certifica oggi l’Istat diffondendo la settima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes).
“Nel 2018 – spiega l’Istat –, si stima siano oltre 1,8 milioni le famiglie in condizioni di povertà assoluta, con un’incidenza pari al 7,0% delle famiglie, per un numero complessivo di 5 milioni di individui (8,4% del totale degli individui). Si arresta dopo tre anni la crescita del numero e della quota di famiglie in povertà assoluta in tutte le aree territoriali, anche se permangono forti differenze territoriali. L’incidenza di povertà individuale è pari a 11,4% nel Mezzogiorno, mentre nel Nord e nel Centro è significativamente più bassa e pari a 6,9% e 6,6%”.
Per quanto riguarda l’ambito della salute, nel 2018, la speranza di vita alla nascita raggiunge il massimo storico, 82,3 anni (80,9 anni per gli uomini e 85,2 anni per le donne). “La maggiore longevità femminile – sottolinea l’Istat – si accompagna a condizioni di salute più precarie: una donna di 65 anni può aspettarsi di vivere in media altri 22,5 anni, di cui 12,7 anni (il 56,4%) con limitazioni nelle attività; mentre per un uomo della stessa età la speranza di vita è 19,3 anni, di cui 9,3 anni (48,9%) con limitazioni”.
La speranza di vita in buona salute alla nascita al Nord è più alta di 3 anni rispetto al Mezzogiorno (59,3 contro 56,3 anni), quella a 65 anni senza limitazioni è più alta di 2 anni (10,6 al Nord contro 8,6 anni del Mezzogiorno).