Predica di Avvento
“Il titolo di Madre di Dio è anche oggi il punto d’incontro e la base comune per tutti i cristiani, da cui ripartire per ritrovare l’intesa intorno al posto di Maria nella fede”. Lo ha spiegato padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, nella terza predica di Avvento, svoltasi oggi nella Cappella Redemptoris Mater in Vaticano. “Maria è Madre di Dio non solo perché l’ha portato fisicamente nel grembo, ma anche perché l’ha concepito prima nel cuore con la fede”, ha spiegato il domenicano: “Noi non possiamo, naturalmente, imitare Maria nel primo senso, generando di nuovo Cristo, ma possia¬mo imitarla nel secondo senso, che è quello della fede. Gesù stesso iniziò questa applicazione alla Chiesa del titolo di “Madre di Cristo”, quando dichiarò: Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”. Maria – ha ricordato padre Cantalamessa, secondo quanto riferisce Vatican News – diventa madre di Gesù ascoltando la Parola e mettendola in pratica. Sul piano spirituale, si possono sperimentare “due tipi di interruzione di maternità”. “Concepisce Gesù senza partorirlo – ha spiegato il religioso a proposito del primo tipo di maternità – chi accoglie la Parola, senza metterla in pratica, chi continua a fare un aborto spirituale dietro l’altro, formulando propositi di conversione che vengono poi sistematicamente dimenticati e abbandonati a metà strada; chi si comporta verso la Parola come l’osservatore frettoloso che guarda il suo volto nello specchio e poi se ne va dimenticando subito com’era. Insomma, chi ha la fede, ma non ha le opere”. Partorisce, al contrario, Cristo senza averlo concepito “chi fa tante opere, anche buone, ma che non vengono dal cuore, da amore per Dio e da retta intenzione, ma piuttosto dall’abitudine, dall’ipocrisia, dalla ricerca della propria gloria e del proprio interesse, o semplicemente dalla soddisfazione che dà il fare. Insomma, chi ha le opere, ma non ha la fede”. “Siamo madri di Cristo quando lo portiamo nel cuore e nel corpo nostro per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza”, ha spiegato Cantalamessa: lo “generiamo attraverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempio”. “Oh, come è santo e come è caro, piacevole, umile, pacifico, dolce, amabile e desiderabile sopra ogni cosa, avere un tale fratello e un tale figlio, il Signore Nostro Gesù Cristo!”, la citazione di San Francesco. Alla fine, il predicatore della Casa pontificia ha recitato una preghiera della liturgia bizantina dei Vespri della vigilia di Natale: “Che cosa possiamo offrirti in dono, o Cristo nostro Dio, per essere apparso sulla terra assumendo la nostra stessa umanità? Ognuna delle creature plasmate dalle tue mani ti offre qualcosa per renderti grazie: gli angeli ti offrono il loro canto, i cieli la stella, i magi i loro doni, i pastori il loro stupore, la terra una grotta, il deserto una mangiatoia. Ma noi ti offriamo una Madre vergine!”.