Riforma
“Qui sulla terra vivere è cambiare, e la perfezione è il risultato di molte trasformazioni”. Nel tradizionale discorso rivolto alla Curia Romana per gli auguri natalizi, il Papa ha citato il card. John Henry Newman, che ha canonizzato di recente, per sintetizzare il senso dell’opera di riforma della Chiesa portata avanti fin dall’inizio del pontificato: “Non si tratta ovviamente di cercare il cambiamento per il cambiamento, oppure di seguire le mode, ma di avere la convinzione che lo sviluppo e la crescita sono la caratteristica della vita terrena e umana, mentre, nella prospettiva del credente, al centro di tutto c’è la stabilità di Dio”, ha spiegato Francesco, sottolineando che “per Newman il cambiamento era conversione, cioè un interiore trasformazione. La vita cristiana, in realtà, è un cammino, un pellegrinaggio. La storia biblica è tutta un cammino, segnato da avvii e ripartenze”. “La storia del popolo di Dio – la storia della Chiesa – è segnata sempre da partenze, spostamenti, cambiamenti”, ha affermato il Papa, secondo il quale “il cammino, ovviamente, non è puramente geografico, ma anzitutto simbolico: è un invito a scoprire il moto del cuore che, paradossalmente, ha bisogno di partire per poter rimanere, di cambiare per potere essere fedele”. “Tutto questo ha una particolare valenza nel nostro tempo, perché quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca”, ha ribadito Francesco sulla scorta di una delle affermazioni centrali dell’Evangelii gaudium: “Siamo, dunque, in uno di quei momenti nei quali i cambiamenti non sono più lineari, bensì epocali; costituiscono delle scelte che trasformano velocemente il modo di vivere, di relazionarsi, di comunicare ed elaborare il pensiero, di rapportarsi tra le generazioni umane e di comprendere e di vivere la fede e la scienza”. “Capita spesso di vivere il cambiamento limitandosi a indossare un nuovo vestito, e poi rimanere in realtà come si era prima”, il monito del Santo Padre, che ha citato “l’espressione enigmatica, che si legge in un famoso romanzo italiano”, “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.