Natale 2019
“Gerusalemme ha un valore sacro per tutte le fedi monoteistiche ed è un simbolo unico al mondo per miliardi di credenti. Il futuro della città sta nelle sue radici e nella sua storia. La Città Santa ruota attorno a due elementi essenziali, che per generazioni hanno costituito il nucleo della sua identità: i Luoghi Santi e le rispettive comunità. Bisogna preservare questa tradizione e questo legame unico tra i Luoghi Santi e le comunità nella Città Santa”: è quanto ha ribadito l’amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, nel suo discorso natalizio davanti al re di Giordania Abdullah II, ad Amman. Qui nel palazzo al-Husseinya i capi delle Chiese della Giordania e di Gerusalemme, nonché esponenti della comunità cristiana locale, sono stati ricevuti ieri dal Re per lo scambio di auguri. Nel testo, reso noto dal Patriarcato, l’arcivescovo ha ricordato che “le comunità di credenti rendono quei Luoghi vivi e i Luoghi Santi rendono le comunità vivaci. I Luoghi Santi hanno segnato le origini e la storia delle nostre rispettive comunità”. “Le nostre comunità – ha rimarcato mons. Pizzaballa – si sono formate intorno a questi Luoghi; le nostre identità sono state edificate da questi luoghi”. “Come guardiani dei Luoghi Santi – ha detto mons. Pizzaballa rivolto al re Abdullah II – la storia ha dato a lei e alla Casa Reale Hashemita un ruolo unico e particolare in questo contesto: preservare questa tradizione, preservare questo legame unico tra Luoghi Santi e comunità nella Città Santa. Questa tradizione è anche il futuro della Città Santa. È compito comune di tutti noi preservarla e consolidarla”. Nel suo discorso l’arcivescovo ha toccato diversi altri temi, tra i quali la crisi economica e la disoccupazione, e non ha mancato di fare riferimento alla politica internazionale e alla volontà di “introdurre nuove idee riguardo al nostro futuro che ci riguarda direttamente. Le proposte e i progetti aleggiano sopra le nostre teste, ma non senza atterrare. E forse non atterreranno mai, né realizzeranno nulla di concreto, perché non sono collegati alla realtà del nostro territorio e alle sue tradizioni storiche e religiose. È nostro dovere, in quanto leader cristiani, mantenere le tradizioni storiche che hanno sempre conservato e accompagnato la vita delle nostre rispettive comunità nella Città Santa, Gerusalemme”. Al re di Giordania sono giunti i ringraziamenti di mons. Pizzaballa per l’impegno profuso nel preservare i monumenti sacri, primo fra tutti il Santo Sepolcro il cui restauro ha visto il “generoso contributo” reale, nel promuovere incontri interreligiosi e iniziative di dialogo tra le nostre comunità. “La Giordania – ha dichiarato mons. Pizzaballa – rimane un’oasi in tutto il Medio Oriente, un vero e proprio luogo di incontro per tutti. Dobbiamo preservare questo carattere unico della Giordania e farlo sviluppare sempre di più”.