Messaggio

Natale: Bertolone (Catanzaro), “fondare una quotidianità diversa, sottratta a logiche di scambio e svestita dei panni dell’ignavia”

“Guardiamoci dentro, carissimi. Cerchiamo di capire quando, rinunciando ad un’anima e ad un cuore, abbiamo scelto di non essere più dei cittadini di questa nostra terra calabrese, se non anagraficamente. Quando è successo?”. Questa la domanda che mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza episcopale calabra e arcivescovo di Catanzaro-Squillace, pone ai fedeli calabresi nel suo messaggio augurale per il Natale. Tra gli atteggiamenti negativi, mons. Bertolone richiama “quando abbiamo chinato il capo davanti alla prepotenza mafiosa oppure ci siamo girati dall’altra parte di fronte alla corruzione o siamo passati oltre, ignorando ingiustizie e povertà, gli ultimi, i poveri, gli ‘scartati’, gli emarginati”. Per mons. Bertolone, “per tanto, troppo tempo, ci è sembrata una scelta accorta e poco rischiosa: sempre meglio questo che alzare il capo chino, battersi, spezzare le catene di antiche schiavitù, tornare a riprendersi la vita e con essa il Natale, il suo messaggio”.
Il presule invita ad “essere uomini e donne autentici, a dare importanza alle cose che davvero contano, a liberare il cuore dalle futilità per far spazio, invece, ad un messaggio d’amore”. Mons. Bertolone evidenzia che è piuttosto su queste cose che occorre “fondare una quotidianità diversa, sottratta alle logiche dello scambio e svestita dei panni dell’ignavia”. “Sentiamoci tutti, quale che sia il nostro ruolo – l’esortazione del vescovo -, impegnati al servizio della persona. Trasmettiamo agli altri il potere dell’amore fraterno e non l’amore per il potere”.