Messaggio
“Per ‘fare Natale’ non basta adottare lo stile della ‘porta aperta’ verso chi ‘bussa’; dobbiamo oltrepassare l’uscio di casa e prendere l’iniziativa di andare verso coloro che ci evitano o hanno qualcosa ‘contro di noi’. Il Vangelo ci obbliga a fare ‘il primo passo’. Questo è esplicitamente prescritto ogni qual volta ci presentiamo al cospetto di Dio: o nella preghiera o nel culto liturgico”. Lo scrive il card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo de L’Aquila, nel messaggio di auguri alla comunità diocesana. “Nella logica di Dio ciò che conta è amare – spiega il card. Petrocchi -: e fare tutto il possibile per riconciliarsi con il fratello. Agendo così verranno poste le condizioni per ristabilire l’equità e l’ordine violato: allora il torto sarà riparato e la verità sarà riconosciuta. Solo quando c’è la carità, infatti, si può dare a ciascuno ciò che gli spetta. Altrimenti c’è punizione, risarcimento, ritorsione, rivincita o vendetta: ma non c’è, in senso pieno (cioè evangelico) giustizia, che va sempre coniugata con la misericordia”. “Dunque – conclude il porporato -, guardiamoci dentro, scrutiamo i nostri archivi mentali ed emotivi: identifichiamo coloro verso i quali – dopo aver puntato il dito contro – dobbiamo tendere una mano amica. Permettetemi di suggerirvi un metodo facile per arrivare ad individuare rapidamente i soggetti a cui assegnare la precedenza: lasciamoci guidare dal ‘sentimento no’ che, come un segnale di allarme, scatta quando evochiamo un nome o un evento. Più è acuta la nota stridente che avvertiamo dentro, meglio identifichiamo ‘chi’ o ‘cosa’ dobbiamo raggiungere con un ‘sovrappiù di amore’.