Messaggio
Una politica “sempre più autoreferenziale, lontana dai bisogni dei cittadini e ammantata di segni religiosi di facciata”; l’indifferenza “verso il bene comune”; l’inquinamento ambientale, perché “nonostante gli sforzi delle Istituzioni, anche l’ultima estate è stata flagellata dai roghi tossici, il problema dei rifiuti è lungi dall’essere risolto, di bonifiche non si parla neppure, le centraline sul controllo dell’aria continuano a sforare, l’inceneritore è ancora lì e non si sa che cosa e quanto bruci”. Nel suo messaggio per il Natale, il vescovo di Acerra, mons. Antonio Di Donna, delinea le tenebre che avvolgono la popolazione del nostro Paese. Una notte “troppo lunga” che non risparmia neppure “la Chiesa e le nostre comunità”. Ci sono tuttavia anche dei “segni di luce” come “la crescita della sensibilità verso la salvaguardia del creato”. “Siamo in un tempo di crisi della speranza – osserva il presule -, dalla nostra coscienza sembra sparita la certezza che la storia abbia una direzione, un senso. Viviamo un’esperienza frammentata, nulla appare veramente stabile, solido, definitivo. È come se fossimo privi di radici e così rischiamo spesso di essere disorientati, stanchi, talora addirittura smarriti. La speranza, lo sappiamo, è un bene fragile”. Di qui, “in un tempo in cui la fede dei credenti è messa particolarmente alla prova”, l’augurio di “crescere nella virtù della fortezza e della perseveranza” che “accompagna ogni momento della nostra giornata”. “La vita stessa – conclude – continua, giorno dopo giorno, perché perseveriamo”.