Messaggio

Natale: mons. Piazza (Sessa Aurunca e Alife-Caiazzo), “esperienza per riscoprire la semplicità nel vivere e riguadagnare la speranza di essere a misura d’uomo”

“Il Natale è sempre più carico di tensioni consumistiche alienanti che portano a svilire la parte più autentica dell’uomo, il cuore”. E “il paradosso è che la semplicità di tale evento, nella sua più immediata percezione, quella di un bimbo che nasce, è trasformata, in questa confusione diffusa, in contesa di punti di vista; usata come possibile forma di discriminazione, non più rivelazione, per ognuno, di un amore che attende di essere accolto e condiviso”. Lo evidenzia mons. Orazio Francesco Piazza, vescovo di Sessa Aurunca e amministratore apostolico di Alife-Caiazzo, nel suo messaggio per Natale.
“Senza lo sguardo del cuore – aggiunge – anche la bellezza e il dono di quella nascita sono resi opachi da contorte e strumentali ragioni. È necessario, al contrario, riconsegnarsi alla semplicità dello sguardo del cuore e riconoscere la verità di questa nascita e, senza pregiudizi, rintracciare il senso profondo della vita: l’essere per noi di Dio, senza preferenzialità”.
Il Natale di Gesù si offre ancora “come ripensamento e progetto alternativo alle forme di chiusura e di distanza dall’umano. Chiede di sapersi affidare, di riconoscere di aver bisogno dell’Altro, come un bambino. Questa nascita consegna la capacità, umile e sapiente, di sentirsi sempre aperti e disposti all’incontro; di riconquistare l’ambito vitale in cui ogni esperienza trova origine e maturazione: la reciprocità delle buone relazioni”. È invito “a saper guardare con il cuore, semplicemente, e ‘sentire’ il Natale di Gesù come intima esperienza spirituale: dimensione essenziale in cui si ritrova il senso e il valore dell’umano, tra interiorità e realtà quotidiana. È nuova opportunità per ritornare a sé e riscoprirsi nella propria, semplice umanità!”.
Allora, “il Natale di Gesù è esperienza per riscoprire la semplicità nel vivere e riguadagnare la speranza di essere a misura d’uomo, sentendosi vivi in un contesto in cui più che vivere noi, vivono i nostri problemi, talvolta falsi problemi; è ancor più chiamata ad essere accoglienti nell’ascolto, nella condivisione, nel rispetto, nella compassione”. Mons. Piazza conclude: “Felice Notte a tutti per tornare semplicemente a casa. Felice Notte nella speranza: alba luminosa di umanità”.