Messaggio
“Il bue e l’asinello, la mitezza e l’umiltà: il calore ospitale che dà vita”. Sono questi i temi al centro del messaggio di Natale di mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Rossano-Cariati. “I tempi che viviamo non sono semplici: imbarbariti da arroganza e prepotenza, da falsità e pregiudizi, divengono spazio sempre più asfittico per relazioni luminose e possibilità di crescita comunitaria”, scrive il presule. “Pensiamo di poter progettare la vita a partire da noi stessi, eliminando l’altro, razzismo e violenza affiorano con sempre maggiore virulenza anche nelle nostre contrade, corruzione e abusivismo ad ogni livello esprimono la miseria in cui viviamo”, aggiunge.
“In una società così autocentrata e inospitale c’è ancora posto per la mitezza e l’umiltà?”, si chiede mons. Satriano, per il quale “la mitezza e l’umiltà, come la povertà, sono una disposizione interiore che, se è autentica, trasforma il comportamento personale e la vita sociale”. Per questo “il mite e l’umile sanno costruire relazioni nuove, cariche di misericordia, capaci di riconciliazione, libere da quell’aggressività che, sin dalle origini, ha sempre contraddistinto il cammino dell’uomo”.
Guardando al presepe, mons. Satriano evidenzia che, “sull’esempio di Gesù, siamo chiamati anche noi a vivere nella semplicità, senza tortuosità interiori, abbandonando ogni durezza del cuore, ogni malizia. Siamo chiamati a non lasciarci fuorviare dall’arroganza umana, facendo divenire la vita una primavera per l’umanità”.