"Pane, parola, povero"
“Il Capodanno 3P è un modo per intessere relazioni con gli invisibili della città”. Angela Moscovio è responsabile, per i giovani Ac Milano, dell’iniziativa 3P, Capodanno solidale. Nella Milano “dell’ottima qualità della vita, internazionale e cool, i portici illuminati dalle insegne di note griffe sono abitati da tantissime persone. Il fenomeno è complesso e sicuramente non possiamo risolverlo ma noi ci proponiamo di convertire il nostro sguardo dando un nome a chi incontriamo”. Moscovio dichiara al Sir: “C’è da dire che il cibo in centro non manca, infatti sono diverse le organizzazioni che offrono un pasto caldo ai senzatetto, ma il nostro obiettivo è invece passare del tempo con loro. Ai mensili turni 3P, sono stati aggiunti degli eventi speciali con una duplice motivazione: accogliere il povero ma farsi anche educare per avere, appunto, uno sguardo diverso”. Il numero dei partecipanti al Capodanno solidale “varia negli anni; due anni fa erano circa una cinquantina (e non ce lo aspettavamo!), l’anno scorso una trentina. Ma non sono i numeri che ci interessano”. “La cosa che colpisce me, e spesso altri ragazzi che organizzano l’iniziativa, è il giro di inviti che si fa la sera prima di San Silvestro: con un pandoro e del the caldo si va in centro per invitare personalmente i senzatetto. Spesso sono persone ‘insospettabili’, dall’aspetto curato; e sono loro ad avvicinarsi a noi con la voglia di scambiare due chiacchiere”.
Specifica: “Altra bellezza di questa esperienza sono le relazioni che si creano: con i partecipanti più frequenti oramai ci si conosce. Ci confidano le loro storie, le loro difficoltà ma anche il motivo della scelta di vivere in strada. Accogliere tutto ciò senza giudicare è una bella lezione di vita”. Angela approfondisce: “In più, c’è un giro di solidarietà non così scontata: la maggior parte del cibo ci viene fornito da alcuni ristoranti del centro in maniera gratuita e senza restituzione pubblicitaria”. E poi “è veramente bello vedere come tanti giovani, dai 19 ai 33 anni, abbiamo vogliano di spendere il loro capodanno in un modo alternativo. Ogni anno è un’esperienza diversa, sia per i senza fissa dimora che partecipano, sia perché il gruppo è diverso; non sempre tutto va come vorremmo ma ogni volta, nella condivisione finale, emerge la ricchezza che ci si porta a casa da questa esperienza; ringraziando per l’anno finito e con la carica per cominciare quello nuovo”.