Omelia
“La vita non ha senso, è ingiusta, se la inquadriamo solo da quaggiù, ma acquista un senso se la inquadriamo alla luce della vita eterna, che Dio nel suo amore ci prepara”. Lo ha detto il parroco della chiesa del Preziosissimo Sangue, a Roma, don Gian Matteo Botto, nell’omelia del funerale, che ha celebrato stamani, di Gaia e Camilla, le due sedicenni romane travolte da un’auto e uccise la notte del 22 dicembre mentre attraversavano la strada (Corso Francia). Riflettendo sul “fondamento della nostra speranza nel buio della vita”, il sacerdote ha ricordato le parole di Gesù, che, “rivolte alle nostre ragazze”, “dice loro: ‘dico a voi, alzatevi!’”, incoraggiando le famiglie delle giovani che hanno perso la vita a guardare al “dono del Paradiso”, che “Cristo dischiude alla nostra vita quando termina qui sulla terra”. Quindi, ancora un pensiero per i genitori di Gaia e Camilla: “Se togliamo Dio dalla vita, la nostra vita piomba nel non senso. La realtà è che abbiamo bisogno di Dio, della sua presenza, abbiamo bisogno che Gesù ci salvi. Non è una riflessione che ci darà pace ma una relazione, quella con Dio”. Infine, osservando che “l’amore è ciò che ci fa più soffrire oggi”, don Botto ha ribadito che “l’amore è la chiave di tutto”. “Il senso della vita non è bersela, fumarsela, passare di piacere in piacere ma è amare – ha aggiunto -. L’amore è la scala della nostra vita che ci porta in cielo”. “Ecco la vera libertà: amare, fare qualcosa di grande nella vita che solo tu puoi fare se inizi ad amare, a prenderti cura degli altri, a non pensare più a diventare ingoiatore di cose, persone, emozioni, ma colui che con il suo amore dona la vita, la fa fiorire”.