Giovani

Incontro di Taizé: patriarca Bartolomeo, “lavorate per l’unità e la riconciliazione in Europa”. I messaggi di Fykse-Tveit e Hilarion

Il processo di riconciliazione avviato 30 anni fa con la caduta del muro di Berlino non è mai stato facile e oggi i giovani sono chiamati ad operare per rompere le barriere – tra le nazioni, le etnie, di genere e fede – ed essere artigiani di comunione. È quanto, in sintesi, chiedono i leader religiosi ai giovani riuniti in Polonia per il 42° Incontro europeo promosso dal 28 dicembre al 1° gennaio dalla comunità di Taizé. “Trent’anni ci separano dalla caduta della cortina di ferro”, scrive nel suo messaggio il patriarca ecumenico Bartolomeo I. “Il muro di Berlino è crollato nel novembre 1989, suscitando grandi speranze. La fine della guerra fredda – aggiunge – ha dato al progetto europeo una nuova prospettiva di vita, una nuova energia, di cui oggi siamo ancora eredi. Pochi di voi ricorderanno quegli eventi, ma le loro ripercussioni globali segnano ancora profondamente il nostro modo di vedere e di essere nel mondo”. Quella divisione, che per decenni ha segnato come una “cicatrice” la storia, “ha sfigurato il volto dell’Europa” e la sua distruzione è stata “un segno di speranza per un’intera generazione”. “Ma il processo di riconciliazione non è mai stato facile”, scrive ancora Bartolomeo. Per questo, i cristiani oggi sono chiamati a trarre una lezione dalla storia del passato e “lavorare a favore della ricerca dell’unità e della comunione”.
Anche il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, rev. Olav Fykse-Tveit, invita i giovani a seguire il pellegrinaggio di giustizia e pace sulla terra proposto da Taizé per “abbattere le barriere – tra le nazioni, le etnie, di genere e fede – e costruire la comunione”. Nel portare i saluti e la benedizione del patriarca Kirill, il metropolita Hilarion dedica il suo messaggio al Natale invitando i giovani a non perdere il significato vero di questa festa in un tempo in cui “il nome di Cristo è sempre più nascosto dietro abeti, decorazioni, mercati e shopping nei negozi”. E conclude: “Difendere la propria fede in una società secolarizzata è diventata una sfida attuale per ogni giovane cristiano”.