Messaggio

Natale: mons. Marcianò (ordinario militare), “contemplarlo con gli occhi di Giuseppe, uomo dell’accoglienza e del sogno”

“Contemplare il Natale con gli occhi di Giuseppe, l’uomo dell’accoglienza, l’uomo del sogno”: è l’esortazione dell’ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, contenuta nel suo messaggio di Natale. Rivolgendosi ai militari l’arcivescovo castrense ricorda la figura di san Giuseppe, “padre terreno del Figlio di Dio che ha il coraggio di proteggere la vita di Gesù dagli attacchi Erode”. “Erode – scrive mons. Marcianò – difende un potere che ritiene indiscusso ma che, poi, diventa arbitrario. Erode mostra quale sia la radice della violenza, del sovvertimento politico e sociale, di ogni guerra: la difesa di ciò che si ha; la difesa di se stessi”. “Voi – afferma il presule – come Giuseppe, avete accettato di difendere non voi stessi o il vostro potere, ma la vita umana, soprattutto la vita degli innocenti, dagli attacchi di ogni violenza, distruzione, disordine, guerra. Voi, come lui, sapete sognare. Perché la pace è un sogno che non dobbiamo interrompere; che si sogna ‘da svegli’: si sogna con la fede che è operosità obbediente, con la speranza che diventa capacità creativa, con la carità che è il fuoco di un amore concreto, inatteso, persino eroico. Voi, come Giuseppe, siete chiamati a riempire con l’amore il senso della giustizia, il servizio alla Istituzioni, le missioni internazionali, la prontezza del soccorso, l’impegno ad accogliere e salvare ogni vita, anche offrendo la vostra, come hanno fatto i caduti che ricordiamo con ammirato affetto. Per questo voi, come Giuseppe, siete uomini e donne di coraggio, che ‘agiscono col cuore’. Un coraggio necessario per vivere il Natale: mistero spesso nascosto dietro gli abbaglianti del consumismo e rifiutato dalla paura di chi difende il proprio potere, ma risplendente nella fiamma semplice di un servizio che illumina, riscalda e protegge la vita di ogni piccolo e scopre, come Giuseppe, di aver custodito in lui il Bambino di Betlemme, il Figlio di Dio fatto Uomo”.